Il ponte amaro nella fabbrica occupata Dolci dalla gente, oggi la visita di Giani

In campo anche i pensionati al presidio e per sostenere la no-stop all’interno. L’omaggio del governatore

Il ponte amaro nella fabbrica occupata  Dolci dalla gente, oggi la visita di Giani
Il ponte amaro nella fabbrica occupata Dolci dalla gente, oggi la visita di Giani

È in pensione ormai da qualche anno ma ogni giorno si affaccia davanti ai cancelli della Fimer. In buona compagnia, beninteso. Perché lì incontra i colleghi di oggi e perfino quelli di una volta, in una sorta di rimpatriata ma dal sapore amaro. Prosegue l’occupazione della Fimer (nella foto). Ventiquattro ore su ventiquattro. "Io entro alle 18 ed esco a mezzanotte" ci conferma tra gli altri Marco Mugnai. "Sono lì dentro da 40 anni esatti, la mia assunzione risale al 1983: tanti problemi via via ma una situazione del genere non l’avevo mai vissuta". E non fatichi a crederlo quando poco prima delle 18, puntuale come un Freccia Rossa, si presenta al cancello, anzi al cancellino.

"Entriamo da quello piccolo, riservato ai dipendenti". Un’occupazione che i tre sindacati hanno messo su nei dettagli: e non semplicemente per fissare i turni. "Il custode ha un elenco di persone autorizzate ad entrare e solo quelle passano".

Gli altri si fermano al presidio esterno, lì dove l’afflusso è determinato anche dal tempo. Quando si alza la bufera fai fatica a stare fuori, anche se è giugno e le temperature sono lontane da quelle dell’inverno. E di sicuro sono più basse di quelle che si registrano intorno ad una vertenza dove tutti si giocano tutto.

"Facciamo i nostri turni, ogni volta speriamo in una curva positiva ma in questo momento niente filtra". Se non un pizzico di malinconia, di quelli che fai fatica a controllare. Perfino nel breve periodo. "Un mese fa eravamo davanti al tribunale a festeggiare, anche se sotto sotto abbiamo sempre temuto l’ennesimo colpo di scena".

Che è puntualmente arrivato: anzi, ne arriva uno al giorno, con una cadenza per cuori forti. "Quando sono entrato c’era Antonio Canova". Che a dispetto del nome non era uno scultore ma una figura che brilla ai cancelli della Fimer. "Vedeva lontano, capi l’importanza delle energie rinnovabili, si rese conto che nessuno seguiva questa pista in Italia e pochi in Europa". La strada degli inverter, quelli che gli continuano a chiedere perfino se l’azienda formalmente è in crisi.

"In fabbrica entriamo una decina a turno, gli altri stanno fuori: e non sono solo operai". Beh ad esempio oggi arriverà anche Eugenio Giani: il Governatore ha un po’ battezzato questa crisi tra quelle più calde della Toscana e tiene quasi fisso qui il suo consigliere di fiducia Valerio Fabiani. Oggi verrà a vedere di persona.

"Ma arrivano anche i pensionati, la Fimer è una grande famiglia". C’è chi si porta la sua solidarietà ma c’è anche chi non si presenta a mani vuote. Lo conferma anche Alessandro Tracchi, uno dei sindacalisti. "Portano dolci, primi, un sostegno a chi è dentro per l’occupazione". La carezza della città, anche consapevole di quali conseguenze potrebbe avere la crisi su tutti. Di sicuro se ne rende conto il sindaco Sergio Chienni, che ogni tre per due è lì fuori. Ai bordi di un ponte anomalo quanto amaro.

"Alla festa – spiega Mugnai – non ci pensa nessuno: e la domenica scorrerà esattamente come il 2 giugno". Cioè il classico passaggio davanti al cancellino, l’ingresso, in genere la concentrazione nella stanza della Rsu, soprattutto di notte. C’è chi legge, c’è chi discute, c’è chi propone una foto insieme. Sorrisi gradevoli rubati all’angoscia che ti porti dentro: e che ognuno spera di ammirare in futuro con un altro spirito, il sollievo di un’avventura a lieto fine.

Alberto Pierini