LAURA LUCENTE
Cronaca

Il mistero di Emanuela Orlandi. Il libro di Anna Cherubini:: "Cresciute insieme in Vaticano"

La sorella di Jovanotti presenta il libro nel quale ripercorre l’infanzia e l’incrocio con la ragazza scomparsa. Pietro Orlandi: "Aperte tre inchieste, qualcosa deve uscire. Al lavoro anche la commissione parlamentare".

Il mistero di Emanuela Orlandi. Il libro di Anna Cherubini:: "Cresciute insieme in Vaticano"

Il mistero di Emanuela Orlandi. Il libro di Anna Cherubini:: "Cresciute insieme in Vaticano"

"Sono cresciuta nello stesso posto in cui è cresciuta lei, nello stesso contesto, ho frequentato la sua stessa scuola di musica, i nostri padri sono stati colleghi di lavoro. Abbiamo calpestato gli stessi sampietrini del Vaticano. Era una zona meravigliosa, lo è tutt’ora. Pensavamo fosse un luogo principesco, che fosse un luogo speciale, siamo state delle privilegiate. Poi un giorno qualcosa si è interrotto. È successo il 22 giugno del 1983 e da allora è cambiato tutto. È cambiato anche il mio punto di vista, benché fossi una ragazzina".

Dal palco del teatro Signorelli, difronte ad una platea gremita, attenta e interessata, Anna Cherubini presenta la sua ultima e intensa fatica letteraria. "Diventeremo Amiche" in cui intreccia la sua storia a quella di Emanuela Orlandi. La scelta di presentare il suo romanzo proprio a Cortona, per la prima volta, ad un giorno dall’uscita ufficiale in libreria, non è un caso. La città etrusca, terra di origine di babbo Mario e mamma Viola, è ormai diventata la sua casa da tanti anni e qui c’è oggi tutta la sua famiglia, compreso suo fratello Lorenzo in arte Jovanotti con cui è legatissima. Accanto a lei sul palco c’è l’amico di sempre Andrea Vignini (con cui ha scelto anche di scendere in campo anche per le prossime amministrative cortonesi) e Pietro Orlandi, fratello di Emanuela con cui Anna ha intessuto da qualche anno un rapporto fraterno. "Finora non mi sentivo pronta, e avevo paura di esprimere qualcosa che forse avevo dentro in modo intimo", racconta Cherubini. "È un libro introspettivo.

La scintilla è scattata quando, ho deciso di rispondere a Pietro che mi aveva scritto, anni prima, per chiedermi se ricordassi qualche particolare raccontato da mio padre e che potesse essere utile alle indagini. Mio padre mi aveva raccontato tante cose, ma nulla che potesse rivelare un segreto. Ho deciso di rispondere a Pietro e in quel momento ho anche deciso che era arrivato il momento di mettermi a scrivere questo libro".

Anna ed Emanuela si incontrano spesso da bambine nei giardini e per le strade del Vaticano. "Abbiamo sfiorato l’avventura di conoscerci più profondamente. Poco tempo dopo la sua scomparsa sono entrata alla sua stessa scuola di musica prendendo il suo posto. Per tutti quegli anni mi sono chiesta, potevo essere io la ragazza che non è tornata a casa quella sera, potrei ancora esserlo. La mia vita è andata avanti in un altro modo e ho potuto fare tante cose belle che faccio ancora e che lei non ha potuto fare. Mi chiedo ancora dov’è. Ho parlato di lei, non dell’inchiesta, non del depistaggio, dei segreti, degli indizi, di tutto quello che abbiamo sentito tantissimo parlare in questi 40 anni".

A tessere le lodi di quelle pagine oggi ci pensa proprio Pietro Orlandi. "Mi è piaciuto molto, è un libro diverso dagli altri. Dà tantissimo alla storia di mia sorella, la fa parlare, le ha restituito voce". Sono passati quarant’anni, e la famiglia Orlandi non perde la speranza che la verità venga prima o poi a galla. "Quest’anno ci sono tre inchieste aperte, qualcosa deve uscire per forza", conferma ancora Pietro Orlandi. "È partita da poco la commissione parlamentare d’inchiesta, sono convinto che quest’anno si possano fare passi avanti".