Il loro borgo rinasce e tornano in massa da tutta Italia

Stasera una tavolata senza precedenti: abitanti vecchi e nuovi insieme a suggellare l’evento storico di un paese che si rialza a sorpresa

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Ci sarà gente arrivata da Roma, da fuori Toscana, altri che hanno fatto la quarta dose di vaccino pur di esserci. E’ un ritrovo storico, mai avvenuto prima, quello dei vecchi e nuovi abitanti di Castelnuovo e della valle delle miniere che si terrà stasera in Piazza Pertini a Castelnuovo dei Sabbioni. Oltre 400 persone che si ritroveranno per tante ragioni in una data storica: quella che darà l’avvio ufficiale a quel percorso che più volte è stato definito come il "Rinascimento" di questa terra.

Una terra che tanto ha subito nel corso degli anni, sia in termini di sacrificio di vite umane a seguito dei cruenti eccidi nazifascisti, avvenuti durante il secondo conflitto mondiale, che in altri più prettamente legati allo sfruttamento dei bacini lignitiferi e che decretarono la scomparsa di intere frazioni, ormai fantasma. Per questola giunta cavrigliese ha deciso di organizzare una cena conviviale, per la prima volta nella storia, dedicata a vecchi e nuovi abitanti della valle delle Miniere, che rappresenti una prima e, per certi aspetti, unica occasione per riunire chi la storia di questa valle l’ha vissuta e la sta vivendo. La cena sarà seguita, attorno alle 22, dall’inaugurazione del murale di Venturino Venturi, restaurato e dotato di nuova illuminazione, oltre che delle opere realizzate durante la terza edizione del Simposio Internazionale di Scultura "Pietra Sublime", nel viale d’accesso all’antico borgo di Castelnuovo d’Avane.

Il paese abbandonato rinascerà grazie ai fondi europei. Non sarà quindi un semplice convivio. Sarà un modo per festeggiare i 20 milioni di euro che serviranno a dare nuova vita al borgo. Castelnuovo è legata anche all’estrazione di un carbonfossile povero, la lignite xiloide, la cui coltivazione venne avviata a metà ottocento e mutò la storia del paese e del territorio. Per cento anni lo scavo venne effettuato in galleria e garantì lavoro anche a 5000 maestranze contemporaneamente.

Poi, dal 1956, nell’ottica di far ripartire l’Italia dopo la guerra, il progetto Santa Barbara avviò lo scavo della lignite a cielo aperto e in circa 40 anni, 450 milioni di metri cubi di terra furono sbancati da Enel, titolare della concessione per estrarre carbone. Furono demoliti paesi, case, chiese e un castello, ed anche Castelnuovo, sull’orlo del cratere lunare venutosi a creare durante gli scavi, ormai rischiava di franare. Così l’intero abitato venne ricostruito in un’altra area vicina, Camonti e Castelnuovo, dopo secoli di storia, fu progressivamente evacuato e definitivamente abbandonato alla fine degli anni settanta.