REDAZIONE AREZZO

Il fascino dei grandi santuari: Camaldoli nella foto storica in regalo oggi con La Nazione

Il portone dell'eremo e della fede, e dietro la vallata del turismo e della natura. La foto del tram dei pionieri

Camaldoli

Arezzo, 17 giugno 2016 - Camaldoli, l'eremo appoggiato  e incastrato nel bosco, lì dove la natura fa parte integrante della fede e della vocazione dei monaci che si ritirano al suo interno. E il turismo che brulica lì tra secoli. E' la sintesi della nostra foto storica di oggi.

Dopo la Valdichiana di ieri. Quattro  centri maggiori, una miriade di borghi che si stagliano sullo sfondo della campagna più fertile della provincia. Eccola la Valdichiana per come era subito dopo l’Unità e per come è rimasta fino alla grande fuga dai poderi degli anni ’50 e ’60. Una panorama sociale di famiglie mezzadrili tra le quali emergono vivaci nuclei borghesi e piccolo-borghesi, con una presenza ancora forte dell’antica aristocrazia terriera.

Per tutti il punto di riferimento urbano era ed è ancora Cortona, il capoluogo politico (qui aveva sede il collegio uninominale della Camera fino al 1919) e culturale della zona.

Non per niente, anche dalla foto in regalo oggi con La Nazione, che rappresenta una piazza Signorelli dei primi del ’900, emana un fascino quasi magico di antiche mura, di solida stabilità che è facile percepire pure nella foto 2 di questa carrellata:

Cortona 2

lo stesso scenario ma animato dalla folla di un mercato. Nella foto 1 è la la scalinata del Palazzo Comunale (siamo sempre a inizio secolo) che fa da calamita per i ceti urbani e rurali, soprattutto una piccola borghesia di origine agraria che sarà la base elettorale dei deputati progressisti inviati a Roma quasi senza soluzione di continuità fino alla Grande Guerra, in primis il radicale Luigi Diligenti.

Cortona 1

E’ un mondo che viene scosso alle radici dalle conseguenze socio-politiche dell’immane vento bellico. Nell’universo un tempo immobile dei mezzadri tira aria di rivoluzione, il loro portavoce è un partito socialista molto radicalizzato, il ceto medio progressista di un tempo si orienta verso il fascismo. Ci vorranno un’altra guerra e un altro dopoguerra perchè la sinistra schiacciata dallo squadrismo torni all’offensiva.

 

Dal 1946 in avanti lo scontro politico è fortissimo: a Cortona (nella foto 3 la campagna elettorale del 1953) e Foiano prevalgono i comunisti, Castiglion Fiorentino e Monte San Savino hanno coloriture appena più moderate.

Cortona 3

Intanto, la città etrusca scivola verso il basso: cresce a dismisura Camucia, il nodo viario, di cui vediamo nella foto 4 il viale della stazione negli anni ’50.

Cortona 4

E a proposito di stazione, un altro borgo, Terontola, ne fa il centro nevralgico del suo sviluppo. La foto 5 appunto immortala il nodo ferroviario con la sua folla di passeggeri degli anni ’20.

Cortona 5

Ma anche a Castiglion Fiorentino la stazione (foto 6, sempre primi del ’900) diventa il pretesto perchè il paese antico scenda verso il fondovalle.

Cortona 6

Monte San Savino (foto 7) è invece lontana dai binari della linea veloce. Infatti l’espansione fuori dalle mura sarà più lenta anche se oggi intensa.

Cortona 7

di Salvatore Mannino