REDAZIONE AREZZO

Il centro storico vale un terzo di Siena. In Toscana penultimo dei capoluoghi

Appena 648 milioni di patrimonio immobiliare contro 2,1 miliardi

CENTRO STORICO

Arezzo, 8 gennaio 2018 - IL CENTRO storico di Arezzo vale un terzo di quello di Siena e appena un decimo di quello di Firenze. Non solo: in Toscana solo il cuore antico di Grosseto (molto più piccola dell’acropoli aretina) ha un valore immobiliare inferiore, tutti gli altri capoluoghi di provincia vantano cifre più alte, compresa Prato, che certo non brilla per il richiamo della sua parte più nobile. E’ un altro segno drammatico della crisi della Città del Silenzio, quella che La Nazione va raccontando ormai da anni e che qualche settimana fa è stata anche al centro di un convegno il cui tono principale era quello dell’allarme.

I dati arrivano stavolta da una ricerca dell’Ancsa (l’associazione dei centri storici e artistici) e del centro di studi economici Cresme. E’ stata presentata a metà dicembre nel corso di un incontro a Roma e adesso approda anche sui giornali. La stima è quella sul patrimonio immobiliare dei cuori antichi dei 109 capoluoghi di provincia. Inutile dire che in testa ci sono le metropoli, Roma e Milano (oltre trenta miliardi), seguite a ruota da Venezia (16 miliardi) e un po’ più indietro da Firenze (6 miliardi e spiccioli). In Toscana, al secondo posto c’è Siena, con 2,1 miliardi e al terzo Pisa con 1,8). Arezzo si ferma a 648 milioni, preceduta da Lucca (1,5 miliardi), Pistoia (810 milioni) e appunto Prato (757). Fanalino di coda Grosseto a 212 milioni.

LÌ PER LÌ può sembrare la classica curiosità, ma è l’indice di quanto la Città del Silenzio raccolta dentro le mura vada progressivamente decadendo, non solo dal punto di vista della popolazione (ormai i residenti sono 7.100, quasi mille in meno di dieci anni fa, per quanto qualcuno insista a dire che la situazione è stabile) ma anche da quello delle stime immobiliari. Il meccanismo è evidente: il prezzo degli immobili cala quando non c’è domanda o addirittura quando si svuotano. E’ evidente, dunque, che sono sempre meno gli aretini che provano a comprare casa nel centro storico (deprimendo dunque i prezzi) e che molti palazzi, vuoti da anni, perdono progressivamente di valore.

E’ CHIARO che Siena e Pisa e persino Lucca, città di richiamo turistico altissimo, attirano una domanda immobiliare altrettanto elevata, ma che Arezzo, più o meno delle stesse dimensioni quanto a centro storico, non valga nel suo complesso più di un terzo è un sintomo che dovrebbe destare preoccupazione. Anche perchè può essere l’anticamera di un ulteriore spopolamento: chi ha una proprietà nella città antica in queste condizioni è tentato di vendere subito e trasferirsi altrove, prima che i prezzi si deprimano ulteriormente. Chi riuscirà a invertire la tendenza dello scivolamento verso il basso? E’ la domanda dalla quale dipende il futuro di un capoluogo che si sta vendendo l’anima, come Faust, nel momento in cui non riesce a valorizzare quel cuore che ne fa ancora una delle città d’arte più pregiate di questo paese.