MAURIZIO
Cronaca

Il cardinale predicatore di casa Albergotti

Francesco Maria Casini, il nobile che si fece frate Cappuccini e poi conquistò con le sue orazioni anche il Papa del ’700 Clemente XI

Maurizio

Schoepflin

Fu uomo di governo saggio e prudente, scrittore ed oratore sommo, degno cardinale. Nella cornice storica romana dell’ultimo Seicento e primo Settecento, svolse un ruolo, certamente non rumoroso, ma efficace e profondo, che la pubblicazione delle sue prediche ampliò, rivelando all’Italia dotta e letteraria uno scrittore ed un oratore modello. Vastità di dottrina, agilità di stile, vigoria e potenza oratorie, realistica penetrazione delle esigenze storiche fecero delle sue prediche il testo forse più studiato e ricalcato della grande predicazione settecentesca”. Chi è il personaggio al quale vengono riservate parole tanto encomiastiche, al punto da essere definito come “un restauratore dell’oratoria italiana”, a lungo figura predominante all’interno di quella generazione di religiosi che dette vita al periodo d’oro della provincia cappuccina toscana? Ebbene, quelle parole, scritte da fra Paolino Carlini in un ponderoso volume pubblicato nel 1969 e dedicato interamente a questo personaggio, si riferiscono al cardinale Francesco Maria Casini, , nato infatti ad Arezzo l’11 novembre 1648, da Carlo Casini e Olimpia Albergotti , della nobile e antica famiglia omonima.

Casini crebbe in un ambiente molto religioso e la sua profonda formazione umanistica avvenne sotto le ali dell’erudito sacerdote anghiarese Federigo Nomi, autore del poema eroicomico "Il Catorcio di Anghiari", il quale istillò in lui una viva passione per la cultura classica. Ben presto si manifestò la vocazione religiosa di Francesco Maria, ma il suo orientamento verso l’ordine cappuccino provocò una certa insoddisfazione nei genitori, che lo avrebbero voluto prete secolare, come il fratello e il cugino, e che gli avevano messo addirittura alle calcagna un domestico per seguire e controllare ogni sua mossa. Non bastò, e così un giorno, eludendo la sorveglianza della sua guardia del corpo, Francesco Maria si presentò al provinciale dei cappuccini toscani, Il fiorentino Filippo Serni, che era in visita al convento di Arezzo, e a lui chiese di entrare nell’Ordine.

I genitori finirono per accettare la scelta del figlio, che il 9 dicembre 1663 vestì l’abito nel romitorio delle Celle, vicino a Cortona, dando inizio al proprio noviziato. In questo periodo si ammalò seriamente - veniva colto da improvvise crisi nervose che sfociavano a volte in una sorta di epilessia, altre in una rigidità cadaverica -, tanto da dover rimandare di un anno il trasferimento a Lucca, dove avrebbe completato il percorso scolastico di filosofia e teologia. Qui, l’incontro con padre Bernardino Catastini , di cui divenne il prediletto, segnò per sempre la sua personalità spirituale e culturale. Nel 1672 ricevette l’ordinazione sacerdotale e fu nominato predicatore.

Nel 1678, quando aveva solo trent’anni, i cappuccini della Toscana, stimando grandemente il suo valore, lo nominarono primo definitore della loro provincia, a fianco del Catastini, eletto ministro provinciale. Per un certo tempo il Nostro si ritirò a Montauto, per preparare le sue eccezionali prediche. Alla fine del 1681 lo troviamo a Roma. Nell’Urbe subì l’implacabile avversione del cardinale Acciaioli, protettore dell’Ordine e fieramente ostile alla presenza di soggetti toscani nella Città Eterna, poiché era stato proprio il granduca di Toscana Cosimo III de’ Medici a porre il veto alla sua elezione papale. Intanto il Casini, divenuto consultore, dovette accompagnare il ministro generale dell’Ordine nelle sue visite ai conventi sparsi per tutta l’Europa. Giunse a predicare non solo ai membri della curia romana e ai superiori degli Ordini religiosi, ma anche al papa in persona, Clemente XI, e alla sua nobile famiglia. La grande stima che lo circondava si concretizzò nella sua ammissione al Sacro Collegio: il 18 maggio 1712 fu infatti creato Cardinale col titolo di Santa Prisca.Ammalatosi di podagra, fu costretto all’immobilità e nel 1719 morì.