LUCIA BIGOZZI
Cronaca

In 40mila alla Fiera di maggio. Folla stile Natale, code ai ristoranti. A giugno l’edizione dei tre giorni

Boom di visitatori, in gran parte italiani ma non solo: arrivi in particolare da Umbria, Lazio e Toscana "Perché nessun volantino sul tris di giugno?": gli espositori si lamentano ma tra un mese verranno in forze.

Folla in centro e code ai ristoranti: un’edizione della Fiera con numeri record

Folla in centro e code ai ristoranti: un’edizione della Fiera con numeri record

"Andrà tutto bene: come? È un mistero..". La mitica battuta di Geoffrey Rush in "Shakespeare in Love" sembra risuonare sulle strade della Fiera anche dopo la partenza dell’attore: in Australia è più amato dei canguri ma anche qui non scherza, alla sua seconda presenza tra i banchi d’epoca. Ha una predilezione per piazza Grande, un debole per le botteghe che raccontano una storia antica. E un ottimismo che di sicuro non è contagioso: lo scheletro che troneggia sempre in cima al Corso stavolta indossa perfino la maschera da scherma, in un eccesso di prudenza. Forse per difendersi dalla folla che si muove come un fiume.

Un’edizione da quarantamila presenze, grazie al traino dei ponti di primavera e alla discrezione delle nuvole. Una spruzzata di pioggia sabato pomeriggio, una ieri intorno all’ora di pranzo: ma niente che sia riuscito a sciupare la festa. La festa dell’Antiquaria, un’idea che Ivan Bruschi ha regalato alla città nel 1968 e che tra un mese compirà 57 anni. Si avvicina all’età della pensione ma, sia chiaro,non ha alcuna voglia di andarci. E per fortuna, resta una ciambella salva-turismo dalla sua nascita.

Sabato e domenica un fiume di visitatori si sono buttati sui suoi vicoli. A tratti rallentando il tempo: code compatte nella parte alta del Corso, spazi strettissimi sotto le Logge tra i tavolini dei ristoranti e i banchi degli antiquari, file indiane perfino per andare in bagno. Chi usa i servizi al punto turistico sotto le Logge paga ogni volta un euro: centinaia le monetine rotolate nel salvadanaio della città.

Del resto ai bisogni fisiologici non si comanda, proprio come al fascino dell’evento, tornato irresistibile perfino per i vip, in testa proprio Rush, australiano senza marsupio ma in compenso con buste piene di acquisti. Il grosso degli arrivi per ora è dall’Italia, ieri in particolare dall’Umbria, oltre che dal Lazio e dal resto della Toscana.

L’unico evento che sfoggi scheletri con la maschera da scherma, lampadari di cristallo addosso alle mura, specchi appesi alle porte in una sorta di viaggio identitario alle radici della Fiera. Il percorso dà il meglio di sé, i banchi affollano ogni angolo, perfino via Cavour e piazza della Badia, penalizzate dallo spostamento degli artigiani a Sant’Agostino: ma anche loro ieri erano in venti. Ci saranno anche alla tre giorni di giugno? "Non lo sappiamo ancora, il Comune non ci ha dato certezze" rispondono alcuni sconsolati. Manca meno di un mese e forse un pizzico di informazione non stonerebbe. Così come non sarebbe stata disdicevole una comunicazione palese dei tre giorni di giugno. "Ma possibile che nè un manifesto né un volantino indichino l’allungamento al terzo giorno?" esclama un antiquario di via Guido Monaco.

È vero, la comunicazione moderna passa dai social o dal web ma il tam tam tra i protagonisti di ieri di sicuro non avrebbe sciupato la festa di compleanno, anche perché i risultati di giugno saranno decisivi per il tris di dicembre, e quella è un’altra grande occasione da non perdere.

Comune e Fondazione Intour hanno saputo dare continuità ai successi della Fiera, ora il ferro va battuto a martello: è un ferro caldissimo, con i locali tornati al terzo turno a tavola, i negozi aperti, i musei al tutto esaurito, i parcheggi a gonfiare gli incassi e non solo per la pubblicità che scorre sui display.

Giugno è l’ultima occasione prima della fuga al mare. Già ieri le t-shirt passeggiavano in libertà, alcune al sapore salmastro delle spiagge. Da luglio cominceranno a trasferirsi sulla battigia. "Maria, dove l’abbiamo messa la macchina?": un romano frastornato ha già perso la bussola, lei no. E grazie a lei ritrovano la macchina e alla fine va tutto bene. Come? È un mistero, direbbe Rush nel film.