GAIA PAPI
Cronaca

"I giovani soli tentati dall’azzardo". L’incubo dietro il mondo online. Becattini: "Minorenni in pericolo"

L’intervista al direttore del Serd di Arezzo e direttore: "Molte le donne giocatrici, spesso adulte o pensionate" "Chi è affetto da una patologia da gioco online viene spesso da solo, ma allo stesso modo se ne va" .

"I giovani soli tentati dall’azzardo". L’incubo dietro il mondo online. Becattini: "Minorenni in pericolo"

Il dottor Becattini traccia un quadro del gioco d’azzardo in provincia

"Il gioco d’azzardo continua ad essere una rete dentro la quale in molti cadono, una rete che si è estesa al mondo online catturando ancora più utenti. "Il gioco è meno fisico e più online. Una domanda nuova che cattura giocatori di ogni età, del resto chi non ha uno smartphone tra le mani? E in rete c’è un gioco per tutti" spiega Marco Becattini, responsabile SerD Arezzo e direttore area dipartimentale dipendenze Asl Toscana Sud Est.

Dottore chi arriva quindi al Serd?

"Allo stesso modo sta cambiando l’utenza che arriva ai servizi per le dipendenze. Sono sempre più giovani, prevalentemente maschi e con una predilezione per il gioco on line, spesso con una situazione debitoria già compromessa. Una quota significativa dell’utenza riguarda anche le donne giocatrici, spesso adulte o pensionate, in cui il gioco tampona situazioni di solitudine o di preoccupazione generate dal "nido vuoto" con l’uscita di casa dei figli o dalla perdita del ruolo professionale con il pensionamento".

In senso sociale cosa vuol dire giocare online?

"Che la persona non trova più sostegno da nessuno. Non lo trova nell’altro giocatore, nell’esercente, o in un passante. Una solitudine maggiore, nessuno che gli dica che sta esagerando. Ci sarà quindi accesso diretto al denaro tramite l’home banking con un conseguente indebitamento più facile e più severo".

Il giocatore come ci arriva ai vostri servizi?

"Chi è affetto da una patologia da gioco online viene spesso da solo, ma allo stesso modo se ne va. È molto rapido, fa incursioni, si informa, ne ottiene un piccolo sollievo ma poi non prosegue il percorso. Fenomeno che stiamo registrando negli ultimi sei mesi. Vengono con la speranza non di smettere di giocare, ma di farlo meno. Per riprendere il controllo. Il giocatore non virtuale viene invece normalmente portato da famigliari. Il coinvolgimento della famiglia fin dalle prime fasi della presa in carico diventa una risorsa importante per avviare il cambiamento nel giocatore, aiutarlo a smettere di giocare, fino a reimparare a gestire il denaro e ritrovare la fiducia e il benessere nei legami familiari".

Si diceva tanti giovani…

"Il primo approccio con il gioco d’azzardo avviene all’epoca della scuola superiore (i maschi con le scommesse sportive e le femmine con le lotterie istantanee) ed è un dato epidemiologico, sia nazionale che della nostra regione, che i giovani rischino più degli adulti una deriva patologica: l’1-3% degli adulti contro il il 5,5% degli adolescenti toscani secondo lo Studio Edit 2022".

I genitori che ruolo hanno?

"Lo dicono gli studi: la propensione al gioca tra 14 e 18 anni è aumentata. Tra genitori e figli aretini c’è un mutualismo di aiuto forte, però c’è difficoltà a rendersi conto della pericolosità di un comportamento diffuso".