SILVIA BARDI
Cronaca

I dubbi della Soprintendenza sulla necropoli alle Piagge, ma poi avvisa i carabinieri

Attivato il Nucleo tutela del patrimonio ambientale contro eventuali scavi e vandalismi ma invita alla cautela sul libro di Giovanni Nicentini che ipotizza la etrusca di Arezzo tra Pieve San Giovanni, Cincelli e Quarata. Ma prima lo aveva ringraziato per la

Arezzo 24 febbraio 2022 - Sapeva che avrebbe sollevato un putiferio ma è andato avanti lo stesso. Dopo tre anni di studi, ricerche, sopralluoghi e scoperte, Giovanni Nocentini ha messo nel suo libro di 140 anni ipotesi, foto, documenti, rilievi topografici e aerei, tutte le indagini preliminari che potrebbero confermare l’esistenza di una necropoli etrusca nella Valle delle Piagge. Un percorso così affascinante da convincere centinaia di persone a riempire la Casa dell’Energia e la Pieve di San Giovanni durante le presentazioni. E come era facilmente prevedibile, non senza polemiche. 

Nocentini, storico dell’arte, antropologo delle religioni, studioso di culti precristiani e di archeoastronomia, questo studio e le sue ipotesi suffragate da ritrovamenti di tombe a cupola lo aveva comunicato al Soprintendente Gabriele Nannetti e fa sapere di aver ricevuto una lettera di riposta datata 23 dicembre in cui il Soprintendente ringrazia lui e Maria Luisa Lapini, residente della zona che ben conosce il territorio e lo ha aiutato nelle ricerche, <della meritoria segnalazione> facendo presente <che la Soprintendenza effettuerà le verifiche di competenza e prenderà in considerazione un’indagine approfondita finalizzata allo studio e documentazione e ai relativi interventi di tutela>.

Certo il clamore giornalistico e la rinnovata attenzione verso questa zona come la <vera> grande necropoli etrusca della città di Arezzo individuata nella zona delimitata da Pieve San Giovanni, i torrenti Volpaia, Faltognano e il Fosso della Vialla, Cincelli e Meliciano, forse era inaspettato. Così la Soprintendenza, dopo la pubblicazione del libro, di cui Nocentini si assume tutte le responsabilità, e anche le spese, ha scritto una nota ufficiale in cui si invita alla prudenza in merito al rinvenimento di alcune strutture in pietra: <questa Soprintendenza esprime estrema cautela al riguardo, dal momento che non sussiste alcun dato che permetta di attribuire tali strutture al periodo etrusco, né di connetterle alla città etrusca di Arezzo>. Si esprimono <forti perplessità riguardo alla metodologia dell'indagine condotta, peraltro mai autorizzata, si comunica che verranno effettuati dovuti accertamenti da parte di personale professionalmente qualificato con metodi propri dell'indagine archeologica>.

Nel dubbio la Soprintendenza ha informato il Comando Carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale <in attesa della verifica sulla natura e sulla datazione delle strutture> ma <censurando comunque il metodo di divulgazione, ricordando che iniziative simili, quando non concordate con la Soprintendenza, istituzionalmente preposta alla tutela del patrimonio archeologico, possono favorire il diffondersi di ricerche non autorizzate e il danneggiamento o l'appropriazione illecita di beni archeologici appartenenti allo Stato, a qualunque periodo essi appartengano, privando pertanto l'intera comunità del patrimonio che le appartiene>. Come dire, non ci credo, ma non si sa mai.