Alberto Pierini
Cronaca

Ha chiuso l'ex clinica Tanganelli: è stata la maternità degli aretini

Da gennaio gli spazi del Poggio del Sole non sono più operativi: il centro chirurgico che li gestisce dal 1995 li ha concentrati nella sua sede principale

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Arezzo, 24 febbraio 2019 - Il centro perde i pezzi, la memoria anche. La memoria vera, quella che passa addirittura dalla sala parto. Perché la vecchia clinica Tanganelli, ormai da qualche anno Poggio del Sole, era stata la maternità degli aretini. La culla, il fiocco azzurro o rosa appeso alla porta, la ressa dei parenti intorno alla magica vetrata. Ora non c’è più: o meglio sì, perché tutto quello che era stato realizzato e costruito rimane all’interno, ma è chiuso a chiave. La clinica Poggio del Sole ha detto stop dal primo gennaio.

Avevamo anticipato addirittura un anno fa che il conto alla rovescia era partito ma forse non immaginavamo che sarebbe arrivato così presto. «Il problema – ci risponde con franchezza Stefano Tenti – è che il giro di vite della Regione per i privati costringe ad aumentare e ad accelerare i risparmi».

Stefano Tenti, cioè il direttore del centro chirurgico: che dal 1995 gestiva anche la clinica del centro, ancora proprietà della famiglia Tanganelli. Da Firenze sono soffiati venti contrari, che ridurranno l’afflusso di pazienti in particolare da fuori Toscana e quindi dal sud, uno dei punti forti nella casistica del centro chirurgico. La chiusura del Poggio del Sole e la concentrazione di tutte le strutture nella sede lungo viale Santa Margherita creano una sinergia che abbatte le spese e para almeno in parte il colpo.

Certo il taglio è di quelli drastici. Perché la clinica Tanganelli, allora si chiamava ancora gloriosamente così, risale al 1924: 95 anni filati, in quella palazzina elegante faccia a faccia con la Stazione, dietro il piazzale degli autobus. Nata come un gioiello ma che aveva via via subito lo scorrere degli anni. Aggiornata, beninteso; rifacendo tutti gli impianti dei gas medicali, l’aria condizionata oltre che il certificato di vulnerabilità sismica.

Ma è chiaro che su un edificio del centro storico, o quasi, come quello e di quell’età non c’è intervento che possa essere risolutivo se non a fronte di forti spese. Per il centro chirurgico i numeri non cambiano: il passaggio a 95 posti letto è operativo, quindi i 65 in via dei Lecci (a ridosso di viale Santa Margherita), più 10 di day hospital e i venti del Poggio del Sole, virati sulla nuova struttura. Ma anche per le specialistiche era un punto di riferimento comodo, senza prendere la macchina, a portata di autobus.

Per non parlare delle conseguenze per il centro: che perde un altro pezzo. E un pezzo che conta. Una clinica ha un po’ lo stesso giro di una scuola: dinamico, continuo, quotidiano. Gente che si sposta per andare in una sede e quindi diventa una calamita anche per le attività intorno. Per un polo privato che comunque conserva il suo dna: circa 200 dipendenti più una trentina di liberi professionisti e circa 150 chirurghi, i più in arrivo qui per operare.

Mentre alle porte della città sta prendendo forma la nuova sede della San Giuseppe, a fianco del centro affari. Bella, bellissima: ma prima o poi porterà a bissare il fenomeno Poggio del Sole con la chiusura della San Giuseppino? Il dubbio è lecito. Un po’ come il brivido di angoscia del centro