Guerrina, i familiari fanno causa a Gratien e alla Diocesi: chiedono un milione di euro

Il ramo Piscaglia ha presentato una richiesta di danni in solido sia al frate condannato per la morte della donna che alla curia

Guerrina e padre Gratien

Guerrina e padre Gratien

Arezzo, 5 luglio 2022 - I familiari di Guerrina Piscaglia, scomparsa nel 2014, chiedono risarcimenti per quasi un milione di euro a padre Gratien Alabi, alla diocesi di Arezzo-Cortona-San Sepolcro e ai Canonici regolari premostratensi, l'ordine del religioso congolese condannato in via definitiva a 25 anni di reclusione per l'omicidio e l'occultamento del cadavere della donna.

Le sorelle e le nipoti di Guerrina, assistite dagli avvocati Chiara Rinaldi e Maria Federica Celatti hanno depositato un atto di citazione al tribunale civile di Arezzo, dove il 24 novembre è fissata un'udienza della causa.

La donna sparì da Cà Raffaello, località di Badia Tedalda tra Toscana e Emilia-Romagna. il primo maggio 2014. Secondo la citazione la responsabilità va accertata in solido tra padre Graziano, attualmente detenuto a Rebibbia, la diocesi e l'ordine di appartenenza.

«L'abito talare - scrivono gli avvocati - fu una vera e propria conditio sine qua non della relazione sessuale prima e dell'evento morte poi» poiché «pose padre Graziano nella condizione di poter più agevolmente compiere il fatto dannoso».

Inoltre il vescovo, che secondo il ramo Piscaglia della famiglia aveva la facoltà di rimuovere il frate assegnato alla parrocchia, essendo peraltro stato informato della relazione da una lettera di una parrocchiana, avrebbe dovuto attivarsi in tal senso, «conscio della pericolosità della relazione» tra Alabi e Guerrina.