CLAUDIO ROSELLI
Cronaca

Grido d’allarme degli allevatori: "Chianina, vendite calate del 20%. Soluzioni o così perdiamo tutto"

Incontro al Foro Boario tra imprenditori per trovare nuovi sbocchi e adattarsi ai mutamenti del mercato .

Grido d’allarme degli allevatori: "Chianina, vendite calate del 20%. Soluzioni o così perdiamo tutto"

La filiera deve adeguarsi alle esigenze del mercato attuale. Questo il compendio dell’incontro tenutosi al Foro Boario di Sansepolcro su un argomento ben preciso: "La Chianina, una risorsa da tutelare", organizzato dalla Pro Loco di Gragnano, che da tempo valorizza questa qualità di carne, con il patrocinio del Comune di Sansepolcro e dell’Unione montana dei Comuni della Valtiberina Toscana. Nonostante l’elevato pregio riconosciuto, questo prodotto di eccellenza sta soffrendo sul mercato: il calo delle vendite di Chianine è pari al 20%, il prezzo è sceso da circa 8,50 euro a 7,50 e nel comprensorio e nei sette Comuni del comprensorio le aziende che allevano questi capi sono oltre 70, con particolare concentrazione sul versante montano, nei territori di Badia Tedalda e Sestino, dove la zootecnia è fonte di presidio, oltre che di reddito. Il post pandemia ha in particolare generato un decremento della domanda che ha fatto scendere anche i prezzi, a fronte invece di un aumento nei costi di produzione che in qualche caso ha persino superato i ricavi. "Da anni organizziamo una serie di appuntamenti enogastronomici, a partire dalla nostra festa paesana – ha detto Marcello Polverini, presidente della Pro Loco di Gragnano e allevatore - ma anche allestendo stand alle fiere di Sansepolcro e ad altri eventi locali, che offrono la possibilità di degustare tutti i diversi prodotti realizzati con la Chianina. Dobbiamo far conoscere con ogni mezzo il grande lavoro e i sacrifici che ci sono dietro una carne di alta qualità come è questa". Fra gli interventi dei relatori presenti, di particolare interesse quello di Andrea Petrini, direttore del Consorzio Igp Vitellone bianco dell’Appennino Centrale, che ha sottolineato quanto riportato in apertura: "Il mercato in questi anni è cambiato notevolmente e quindi anche la nostra filiera deve necessariamente adattarsi a questi mutamenti.

Attualmente, le macellerie hanno sempre più bisogno di servizi, chiedendo un prodotto già lavorato e selezionato. Il direttore di Cia Arezzo, Massimiliano Dindalini, ha ribadito l’importanza di sensibilizzare la comunità sulla difficile situazione del settore e di trovare soluzioni per sostenere gli allevatori. "Attualmente, i costi di allevamento della Chianina non consentono agli allevatori di coprire le spese sostenute per curare questi animali, che richiedono cure particolari e uniche rispetto ad altre razze bovine. Un investimento oneroso, che tuttavia ritroviamo sulla tavola in termini di qualità dei prodotti".