Giallo scomparso, i dubbi della compagna: "Aveva pestato i piedi a qualcuno"

Caso Pecorelli, indaga l’Interpol con la polizia di Tirana: non è ancora chiaro se dentro l’auto bruciata ci fossero resti umani. Vendetta di lavoro o per motivi privati?

Davide Pecorelli e l'auto bruciata

Davide Pecorelli e l'auto bruciata

Arezzo, 18 gennaio 2021 - Emergono nuovi e inquietanti dettagli sulla scomparsa in Albania dell’imprenditore Davide Pecorelli, ex arbitro della sezione di Arezzo e fondatore di una parrucchieria a Sansepolcro. Del 45enne sangiustinese non si hanno più notizie dal 6 gennaio scorso, con la sua auto presa a noleggio a Tirana ritrovata completamente bruciata nella notte tra il 7 e l’8 gennaio nella zona di Puka, a nord dell’Albania, ben lontano da Tirana, tra le montagne in un’area quasi dispersa, vicino al confine col Kosovo.

Fonti di polizia locali affermano che, sulla vicenda del «turista straniero», le indagini vanno avanti senza escludere nulla. Indagini seguite dall’Interpol, come da prassi in questa circostanza. Non è ancora chiaro se, all’interno della Skoda Fabia sono stati ritrovati resti umani: sta di fatto che la compagna di Pecorelli, un’albanese residente in Valtiberina, nei giorni scorsi ha portato alla polizia del suo Paese alcuni oggetti personali dell’imprenditore utili per la comparazione del Dna.

«Non so se Davide ha pestato i piedi a qualcuno». Questa è la frase che la compagna avrebbe detto – commossa – davanti a una decina di dipendenti della parrucchieria al Centro commerciale Valtiberino, riuniti per annunciare loro della scomparsa del 45enne.

Ma cosa era andato a fare Pecorelli in Albania? Negli ultimi tempi più volte si era recato da quelle parti per curare alcuni affari, relativamente al commercio di laser per centri estetici e prodotti per capelli. Soprattutto i laser sono macchinari particolarmente costosi e, a quanto pare, proprio tra Tirana e Valona, Pecorelli stava trattando la loro vendita a non meglio identificati clienti.

Un tentativo commerciale resosi indispensabile anche perchè, in Italia – visto anche le conseguenze derivate dall’emergenza sanitaria – le cose non stavano andando bene, anzi. L’ex arbitro, infatti, aveva problemi sia con l’albergo a due stelle di Lama che con i centri estetici e i negozi di parrucchieria fondati tra San Giustino, Sansepolcro, Città di Castello e Corciano. Insomma, una situazione complicata da risolvere ma lui aveva sempre l’abitudine di guardare avanti e tentare nuove avventure imprenditoriali.

La chiave del giallo, però, resta intorno all’auto noleggiata e notata da un passante in fiamme nelle vicinanze di un vecchio albergo sulla strada GjegjanReps, a Puka: perchè Davide è finito lì? Dove si stava dirigendo? Qualcuno, forse per vendetta non solo relativamente ad affari di lavoro, lo ha condotto per forza da quelle parti e gli ha fatto del male? All’interno del veicolo gli inquirenti avrebbero trovato degli oggetti appartenenti a Pecorelli, come un orologio di particolare valore.

Alla polizia albanese la compagna di Davide – sentita a inizio settimana – avrebbe dichiarato di non avere più notizie del 45enne dalla giornata di mercoledì 6 gennaio. In particolare, l’ultimo accesso a WhatsApp risulta essere del pomeriggio dello stesso giorno. L’8, poi, è giunta la comunicazione. Al momento, in assenza di nuovi elementi, gli investigatori lavorano sulla scomparsa, pur se saranno decisivi gli accertamenti sul Dna.

Intanto sale l’apprensione tra i familiari di Davide, dalla compagna, alla ex moglie, dal padre Renato al fratello Antonello, fino ai quattro figli dell’uomo forse finito in un brutto giro. Oppure, come tutti sperano, intento a trovare nuove strade e far volontariamente perdere le tracce.