
Sondaggio del Sole 24 Ore lo mette al 73° posto su 97 città: ultimo in regione. Dal voto ha perso il 4,5% di gradimento
Dieci anni alla guida della città, un elettorato fedele ma sempre più assottigliato, un consenso che tiene, ma solo a metà. Dieci anni alla guida della città, un elettorato fedele ma sempre più assottigliato, un consenso che tiene, ma solo a metà. È un dato che pesa come un macigno: Alessandro Ghinelli è il sindaco con meno consenso della Toscana secondo il Governance Poll 2025, l’annuale rilevazione sul gradimento dei primi cittadini delle città capoluogo, curata da Noto Sondaggi per Il Sole 24 Ore. È al terzo rilevamento negativo consecutivo: il sindaco di Arezzo perde altri 4,5 punti rispetto al 2020 – quando vinse il ballottaggio con il 54,5% – e oggi si attesta su un gradimento del 50% tondo. Non è un crollo, ma una progressiva erosione, visibile e costante.
La fotografia dei sondaggi è nitida: Ghinelli è 73° su 97 sindaci italiani valutati, e ultimo tra i colleghi toscani. Peggio di lui, nella regione, nessuno. In cima alla classifica nazionale svettano Marco Fioravanti (Fratelli d’Italia, Ascoli Piceno), Michele Guerra (Parma), Vito Leccese (Bari) e Gaetano Manfredi (Napoli). Ma è nelle retrovie che emerge il dato più amaro per Ghinelli.
La sua posizione non è più quella da “civico di successo” che nel 2020 lo aveva portato al 54,5% di gradimento, né quella – ancora solida – del 2021, con un 53,5% che lo manteneva quinto tra i sindaci toscani. Il trend discendente ha raggiunto una soglia critica lo scorso anno, quando il gradimento è sceso sotto il 50%, registrando un -5% netto rispetto al giorno del ballottaggio. Nel 2025 il dato si stabilizza sul filo della sufficienza democratica: uno su due lo rivoterebbe oggi.
Ghinelli è stato eletto per la prima volta nel 2015, riconfermato nel 2020, e grazie al riallineamento deciso dal governo per recuperare le distorsioni post-Covid, resterà in carica fino al 2026, portando a undici gli anni complessivi a Palazzo Cavallo.
Ghinelli ha amministrato Arezzo alternando fasi di forte visibilità a momenti di conflitto politico, soprattutto con le opposizioni e con alcune componenti della società civile. È stato protagonista del caso Coingas, con una condanna a tre mesi per favoreggiamento della corruzione, in attesa di prescrizione. Ha dovuto affrontare le polemiche sulle sue frequenti assenze iniziata nel pieno della pandemia e proseguite fino a oggi. Eppure, nonostante le difficoltà, Ghinelli aveva sempre resistito: nel 2021 era ancora al 52esimo posto nazionale, nel 2022 al 56esimo, nel 2023 al 54esimo. Solo nel biennio 2024-2025 si è assistito a una discesa marcata, accompagnata da segnali d’allarme anche sul piano elettorale. Alle Europee del 2024, candidato con Forza Italia, ha raccolto soltanto 701 voti nel suo Comune.
Il dato di gradimento del 2025 sembra confermare una sensazione diffusa in città da tempo: Arezzo è spaccata in due, come nel 2015, come nel 2020. Il “modello Ghinelli”, dopo dieci anni, non crolla ma nemmeno convince più come un tempo. Tiene, ma non entusiasma. Il suo 50% netto nel 2025 è il simbolo di una città che lo riconosce, ma non si scalda più. Il tempo che resta da qui al 2026 sarà l’occasione per provare a riaprire un ciclo. Oppure per concluderlo nel modo più dignitoso possibile.
Venti migliori per Eugenio Giani che in Toscana corre con un 58,5% di consensi, segnando un +9,9% rispetto al giorno dell’elezione (48,6%), piazzandosi al quarto posto della classifica dei governatori, primo presidente di centrosinistra, con la seconda miglior performance in Italia rispetto all’anno precedente.
Con l’avvicinarsi delle elezioni regionali, in programma il 12 ottobre, è sfida anche nei sondaggi tra il candidato alla presidenza della Regione del centrosinistra, Giani appunto, e il probabile candidato del centrodestra Alessandro Tomasi, sebbene non abbia ancora ricevuto il via libera definitivo da parte di Lega e Forza Italia. Tomasi, sindaco di Pistoia, si assesta al 20° posto nella classifica dei sindaci ed è il primo in Toscana per indice di gradimento, con il 57%. Un dato che fa esultare Fratelli d’Italia, che ora punta a convincere tutto lo schieramento di centrodestra a sostenerlo.