Anghiari (Arezzo), 17 aprile 2024 – È stata ritrovata a Selci di San Giustino l’auto utilizzata per la fuga dalla banda di ladri che nella notte tra giovedì e venerdì della scorsa settimana ha compiuto l’assalto alla Nicol Preziosi di Anghiari, portando via argento da lavorazione per un valore stimato attorno ai 300mila euro. All’interno del veicolo, una Nissan X Trail, gli inquirenti hanno trovato anche una parte residua del bottino (catenine e anelli) abbandonato nel mezzo dagli almeno cinque componenti del gruppo. La Nissan si trovava in via San Bartolomeo – vicino allo svincolo della E45 – e già da alcuni giorni i residenti di un gruppo di villette lì vicino l’avevano notata perchè parcheggiata tra due aree di sosta. Evidentemente i ladri sul posto avevano un’altra macchina poi utilizzata per far perdere definitivamente le tracce. E comunque nella giornata di lunedì, considerato che l’auto sospetta si trovava sempre nella stessa posizione, qualcuno ha allertato le forze dell’ordine e, difatti, sul posto si è portata una pattuglia del commissariato di polizia di Città di Castello; dai primi accertamenti è emerso che la Nissan era stata rubata nei giorni scorsi in Altotevere.
La successiva perquisizione all’interno ha fatto venire alla luce alcuni preziosi e in poco tempo – grazie anche al supporto della Scientifica della polizia – è stato possibile verificare che il mezzo era stato utilizzato dai malviventi per trasportare l’ingente bottino. A questo punto la Nissan è stata posta sotto sequestro e, contestualmente, gli agenti hanno pure verificato le immagini delle telecamere di un’azienda tessile che si trova all’incrocio tra via San Bartolomeo e via del Calcinaro. La banda, dunque, potrebbe aver commesso un errore fatale; dalle immagini gli investigatori avrebbero acquisito elementi importanti per l’individuazione dei responsabili. Le indagini dei carabinieri della Compagnia di Sansepolcro, anche alla luce di questo importante sviluppo, proseguono serrate e su entrambi i versanti della vallata.
Come è noto, la banda aveva pure utilizzato l’autotreno rubato al noto supermercato di Città di Castello, con tanto di logo sul cassone, che era stato posizionato per bloccare il traffico (il mezzo pesante è stato quindi subito recuperato) e allora l’unico sistema era quello di fuggire a piedi per raggiungere un eventuale quinto componente della banda, che può averli attesi in un preciso punto e fatti salire in un’altra auto (la Nissan) poi dileguatasi senza essere stata intercettata.