VALTIBERINA
Cronaca

Fiumi e torrenti: bagni pericolosi. La mappa delle zone da evitare

Un problema che torna a far discutere dopo il dramma di domenica con la svedese salvata in extremis. Nei giorni scorsi una 18enne australiana si era procurata fratture agli arti in una cascata vicino Sansepolcro. .

Uno degli interventi sul Tevere dei vigili del fuoco per salvare persone che si sono avventurate nel corso d’acqua

Uno degli interventi sul Tevere dei vigili del fuoco per salvare persone che si sono avventurate nel corso d’acqua

di Claudio Roselli

Esiste un grado di rischio legato a fiumi e torrenti per i quali non vi sono prescrizioni, come il Tevere e l’Afra in ? La riflessione si pone all’indomani del fatto avvenuto domenica scorsa lungo le rive del Tevere nella zona di golena all’altezza di Viaio di Anghiari, che ha il sapore di una tragedia seriamente sfiorata. Intanto, c’è una buona notizia: la signora svedese di 56 anni, trasportata al San Donato di Arezzo con l’elisoccorso Icaro della Regione Marche, è fuori pericolo e adesso si cercherà di capire il motivo per il quale ha rischiato di perdere la vita, ma per fortuna il peggio è stato scongiurato. A distanza di poche settimane, insomma, corsi d’acqua del territorio che giocano brutti scherzi a turiste straniere (ricordate la 18enne australiana che si era procurata fratture agli arti in una cascata vicina al torrente Afra a Sansepolcro?), ma due anni fa un tratto dell’Afra ha lasciato il segno sul biturgense Marco Pancrazi, ora impegnato nella fase di riabilitazione.

Nel caso della svedese, è ricomparso anche lo spettro dei vicinissimo lago artificiale formatosi a seguito dell’attività di escavazione – e nel quale c’è il preciso divieto di balneazione – dove esattamente un anno fa perse la vita il 45enne rumeno Daniel Botos, residente ad Arezzo.

Una implicazione meramente geografica, visto che lo specchio d’acqua in questione si trova proprio a due passi da dove è successo l’incidente dell’altro giorno. Tevere e Afra: un tempo, forse, quando ancora non c’erano la piscina o altre vasche negli agriturismo, era maggiore l’afflusso in questi impianti naturali. Ci potranno essere zone più o meno impervie da frequentare, ma alla fine è il comportamento della singola persona a fare la differenza. I consigli sono pertanto due: fare attenzione a sassi e scogli e soprattutto rispettare la regola delle tre ore di distanza dalla conclusione di ogni pasto prima di gettarsi in acqua corrente. Il terzo è quello di non prendersi rischi inutili, specie per chi ama i tuffi.

Tornando a due giorni fa e alla 56enne svedese, quella della congestione sembra la tesi più attendibile; sta di fatto che la donna, dopo essere svenuta, è rimasta sott’acqua per almeno tre-quattro minuti e, non appena hanno intuito la gravità della situazione, gli amici si sono precipitati per farla riemergere, quindi le hanno praticato un messaggio che ha permesso alla 56enne di espellere tutta l’acqua ingurgitata per poi ricominciare a respirare e a muoversi. Era in uno stato confusionale molto serio: non ricordava nulla, per quanto rispondesse alle stimolazioni. Il resto lo hanno fatto i vigili del fuoco.