Fimer, vertice in Regione col fondo inglese

All’appuntamento il consigliere Fabiani, il primo cittadino Chienni e i sindacati. Con "Attestor" la trattativa sarebbe in fase avanzata

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di Maria Rosa Di Termine

Il futuro della Fimer, lo stabilimento di Terranuova Bracciolini, passa da un nuovo incontro in Regione. La riunione in videoconferenza è fissata per questo pomeriggio alle 17 e vedrà la partecipazione dei rappresentanti del fondo inglese Attestor che ha presentato un’offerta ai vertici del gruppo di Vimercate specializzato nella produzione di inverter e soluzioni per la mobilità elettrica. Al vertice parteciperanno Valerio Fabiani, consigliere regionale per il lavoro e le crisi aziendali del governatore Giani, il sindaco terranuovese Sergio Chienni, i sindacati di categoria di Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil, le Rsu e i rappresentanti del potenziale investitore interessato ad un ingresso nella compagine societaria. Attestor è uno dei due fondi finanziari con i quali le trattative sarebbero in fase avanzata, come aveva comunicato la proprietà nel corso del summit del 15 aprile al Ministero dello Sviluppo Economico. Da qui la richiesta dell’ente toscano di incontrare i due investitori in pectore per confrontarsi con istituzioni e organizzazioni sindacali, ottenere riscontri concreti sull’interessamento ed esaminare le proposte sul tappeto.

E l’obiettivo, aveva ricordato Fabiani, è verificarne le reali intenzioni e "contribuire la messa a punto dei piani industriali, evitando un impegno che non si traduca in scelte applicabili". Oggi, dunque, com’era avvenuto a fine aprile con i rappresentanti di Certina Group, la holding di partecipazione industriale d’investimento con sede a Monaco di Baviera, il tavolo servirà per approfondire nei dettagli il piano propedeutico alla ripartenza dell’attività nello fabbrica valdarnese, contribuendo alla soluzione della crisi finanziaria. Intanto sono noti anche i nomi degli altri possibili nuovi soci: si tratta di Clementy, fondo specializzato nell’investimento di aziende attive in particolare nei settori retail e tecnologia, e lo statunitense Atlas che hanno presentato rispettivamente un’offerta e una manifestazione di interesse. A svelare gli interlocutori con portafoglio, durante l’ultimo vertice al Mise, erano stati Filippo Carzaniga e Claudio Calabi, operative director e amministratore unico del gruppo brianzolo, sottolineando la rilevanza dei futuribili partner e la scelta di procedere in parallelo con le trattative "per evitare il rischio che all’ultimo momento l’unico investitore ci ripensi". Ottenuta dal Tribunale di Arezzo la proroga di 60 giorni dei termini per il pre-concordato e l’estensione della possibilità di utilizzo della finanza di urgenza, adesso l’auspicio è che si possano compiere passi davvero decisivi per rilanciare l’industria per anni motore dell’economia di vallata e con le carte in regola per la rinascita tanto più in tempi di transizione ecologica. Resta fondamentale la componente "tempo"; a fine giugno d’altronde non si potrà contare su altre proroghe, ricordano i sindacati, e potrebbero aprirsi scenari preoccupanti come l’amministrazione controllata o il fallimento.

Prosegue l’attesa dei lavoratori, circa 450 diretti e oltre 300 impiegati nell’indotto, che denunciano come il sito produttivo di Terranuova si stia depotenziando per la perdita di professionalità, una settantina i dipendenti che hanno deciso di accasarsi altrove, e il rallentamento dell’attività. All’appuntamento odierno ne seguirà un altro entro questo mese quando è in calendario la nuova chiamata del Mise nella speranza arrivi la fumata bianca sull’accordo esclusivo con prospettive di investimento a lungo termine.