Pugni e calci alla mamma in casa: arrestata

Arriva la convalida della misura e il divieto di avvicinamento per maltrattamenti. La figlia ha 45 anni, l’anziana è finita al pronto soccorso

Un’aretina di 45 anni in manette per i maltrattamenti alla madre

Un’aretina di 45 anni in manette per i maltrattamenti alla madre

Arezzo, 12 agosto 2022 - L’hanno arrestata dopo che aveva pestato la madre. Lei ha 45 anni, la donna che le ha dato la vita oltre 65. Pugni e calci in casa, anche pochi giorni fa, dopo qualche screzio precedente. L’anziana è riuscita a chiamare il numero di emergenza Asl che l’ha soccorsa e ha fatto partire d’ufficio una denuncia per la quarantenne aretina per il reato di maltrattamenti in famiglia.

Ieri mattina, di fronte al giudice Giulia Soldini, la figlia manesca difesa dall’avvocato Antonio Mastrota ha ottenuto la scarcerazione con il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla vittima. Al pronto soccorso ha ricevuto anche alcuni giorni di prognosi per i segni lasciati dalla violenza della figlia.

Nell’udienza di convalida si sono ripercorsi i momenti del rapporto difficile tra le due donne. Non era la prima volta che la figlia si dimostrava violenta. Ma dopo l’ultimo episodio, qualche giorno fa, sono scattate le manette, anche per l’intervento dell’ambulanza. L’arrestata ha parlato in videoconferenza con il tribunale, dando la sua versione sugli episodi degli ultimi mesi, più o meno gravi legati a frequenti dissidi familiari.

Adesso dovrà stare a debita distanza dalla madre grazie a una misura cautelare introdotta nel 2009: il giudice prescrive all’indiziato di non avvicinarsi a luoghi che siano abitualmente frequentati dalla vittima. L’allontanamento non è però una conseguenza automatica della denuncia per maltrattamenti: è il giudice, su richiesta del pubblico ministero, a dover decidere se applicare o meno la misura, valutata la gravità del reato e, soprattutto, il pericolo che la condotta illecita si ripeta.

Più avanti si aprirà il processo che vedrà la donna accusata di maltrattamenti in famiglia. L’articolo 572 del codice penale, primo comma, stabilisce che chiunque maltratta una persona della famiglia o comunque convivente è punito con la reclusione da tre a sette anni.

Una norma diventata di largo utilizzo nei tempi che corrono, per le sempre più frequenti violenze le mura di casa. I maltrattamenti in famiglia devono essere caratterizzati da una serie di condotte: in base alla ricostruzione dell’accusa, come detto, non sarebbe la prima volta che la figlia alza le mani nei confronti della madre.

La violenza domestica si manifesta attraverso alcuni segnali che è bene non sottovalutare. A partire da una “spirale della violenza” con un’escalation di gravità. Le conseguenze per le donne sopravvissute a violenza domestica possono essere gravi e profonde e anche più acute se ci troviamo di fronte a madri maltrattate. Per questo motivo, oltre al triste caso specifico, servono politiche di sensibilizzazione per trasmettere il messaggio che parlare della violenza subita ed entrare in contatto con le istituzioni è un modo per farsi aiutare.