REDAZIONE AREZZO

Festa 2017: allarme alcol, 15 intossicati. Oltre 3000 al Prato, Capodanno blindato / FOTO

Boosta guida le danze fino alle 2 malgrado la febbre. Accessi ristretti e varchi super controllati. Torna l'allarme ubriachezza. Tre rampe di scale mobili ko

La folla di Capodanno al Prato

Arezzo, 1°gennaio 2017 - In mezzo alle scale mobili un signore che non hai mai visto nè conosciuto ti punta tra tutti e decide di abbracciarti per farti gli auguri. Non hai bevuto un goccio ma dall'abbraccio ne esci a rischio palloncino: e non è un caso isolato, saranno alla fine quindici le intossicazioni da alcol anche se non all'estremo del coma etilico. Sotto pressione anche il pronto soccorso. Ma gli auguri restano.

Gli auguri di buon 2017. Gli auguri speciali ad una città che esce dall'anno appena arrivato al capolinea con mille  motivi per non rimpiangerlo. Gli auguri nella grande festa pubblica del Prato.

La giunta ha voluto a tutti i costi farla in cima alla città: e in fondo la sua scommessa l'ha vinta. Al momento topico, quello del conto alla rovescia, ci sono oltre tremila persone nell'ovale centrale. E' un ovale che Paco Mengozzi, con furbizia da organizzatore di eventi, ha ristretto parecchio: un po' per motivi di sicurezza, un po' per agevolare gli affari di chi vende birra e dintorni, ma un po' anche per favorire il colpo d'occhio. Il timore che la location non funzionasse in fondo c'era: ma sia pur con i carri, anzi gli stand, in cerchio, l'evento di Capodanno la sua gran folla l'ha calamitata.

C'è Boosta sul palcoscenico, con la febbre addosso e meno 7 gradi di temperatura intorno, ma non molla fino alla fatidica scadenza delle 2: ed essendo uno dei Subsonica non puoi non ripensare al concerto del gruppo intero al Play Art di qualche anno fa. Lì l'ovale era interamente aperto e la stima delle presenze, ovviamente con biglietto, sfiorava il tetto delle cinquemila. Ma gli aretini salgono in massa anche stavolta.

Le prime centinaia in buon anticipo, complice l'apericenone allestito da Menchetti nel tendone davanti al palcoscenico. Tra loro anche diversi espositori, che alla fine hanno raccolto l'invito del Comune: per loro l'apericenone era gratis, come aveva promesso da tempo l'assessore Comanducci. Comanducci che al momento degli auguri sale sul palcoscenico con mezza giunta: con lui il sindaco Ghinelli, il vicesindaco Gamurrini e l'assessore Tanti, tra le cui deleghe c'è anche la festa di fine anno. Salgono tutti e nel linguaggio della politica è il segno che la gente c'è: si sa, da Torino a Palermo gli amministratori prima di salire alla ribalta verificano se ce l'hanno fatta: e se salgono in tanti il conto in genere torna.

La temperatura è polare e resta sempre un po' il dubbio sul perché non si sia battezzata Sant'Agostino, che quella festa voleva con tutte le sue forze: la voleva tanto che alla fine alcuni degli operatori della piazza si sono trasferiti armi e bagagli al Prato per non perdere la buona occasione. E le scale mobili ci mettono del loro: dopo mesi di onorato funzionamento, tre rampe si impallano proprio per fine anno, quando l'Atam ne aveva deciso l'apertura straordinaria.

L'ovale invece è chiuso: uno spazio blindato, mai come stavolta. La mobilitazione di forze dell'ordine è drastica: gli accessi sono ristretti proprio per consentire il contrtollo di chi affluisce in tempo reale nell'emiciclo verde. A scanso di  equivoci perfino all'accesso di viale Buozzi non c'è solo la classica transenna con divieto di accesso ma c'è anche un'auto della polizia municipale intraversata.

I timori della vigilia diventano controlli serratissimi. Mentre dal palcoscenico rotola musica, in una staffetta un po' anomala tra il karaoke di Scartoni e i ritmi elettronici di Boosta e del suo dy set. Verso il cielo si impennano prima le lanterne di fuoco e poi i palloncini gialli. Che volando sorvolano i banchi della Fiera legati come salsicciotti, le strade del centro, i capannelli con le bottiglie a portata di mano, le auto parcheggiate in tutti gli angoli. I botti e i petardi che dribblano i divieti ed esplodono qua e là, mentre alla mezzanotte la piana del Casentino, la vista della festa, regala qua e là quei fuochi artificiali che un tempo incendiavano le vallate e ora molto meno, più per la crisi che per i divieti martellanti quasi quanto i vecchi botti.

I palloncini nel loro volo sfiorano anche le altre feste cittadine: quella all'Equestrian, dove tutto è al coperto e il freddo è parato dalle stufe, o quella dell'Eden, uno spazio quasi all'esordio almeno in grande stile con il brindisi della notte. O delle discoteche che si affollano dopo la mezzanotte e dei bar che dalle 2 in poi cominciano a presidiare il ritorno a casa di caffè e cornetti. Mentre si spegne la festa del Prato, alla quale il vecchio Petrarca, con un filo di snobismo, ha continuato per tutta la sera a dare le spalle. Immobile come una statua, freddo come il marmo che lo modella, orgoglioso come chi si sente l'unico padrone di casa.

di Alberto Pierini