ANGELA BALDI
Cronaca

Famiglie al comando. Il ricambio è lento nel cuore del lusso

Dall’indagine UniCredit emerge le difficoltà dei passaggi generazionali. L’aspetto positivo è che ci sono molte donne nei cda. I numeri delle aziende.

Dall’indagine UniCredit emerge le difficoltà dei passaggi generazionali. L’aspetto positivo è che ci sono molte donne nei cda. I numeri delle aziende.

Dall’indagine UniCredit emerge le difficoltà dei passaggi generazionali. L’aspetto positivo è che ci sono molte donne nei cda. I numeri delle aziende.

Quale ruolo ricoprono le aziende familiari italiane nelle sfide del settore Fashion & Luxury? La risposta, insieme ai numeri del valore del made in Italy nel settore del lusso familiare, arriva dal Gruppo Prada che ha ospitato l’iniziativa promossa dal Wealth Management e Private Banking Italy di UniCredit. Cosa emerge? Tra le altre cose che ad Arezzo ci sono molte donne nei cda ma che il ricambio generazionale avviene molto lentamente. Il lusso Made in Italy rappresenta uno degli asset strategici più importanti per la crescita economica del Paese ed è chiamato oggi ad affrontare nuove sfide: dalla transizione generazionale, all’apertura del capitale, passando per governance evoluta e sostenibilità. E’ quanto emerso da InFabbrica, l’iniziativa messa a punto da UniCredit per approfondire tematiche attuali, coinvolgendo imprenditori di rilievo del Made in Italy, aziende familiari ed esperti, a conferma dell’impegno della banca a supporto del tessuto produttivo nazionale. L’incontro si è tenuto il 3 luglio alla "fabbrica-giardino" di Valvigna quartier generale industriale aretino del Gruppo Prada. All’incontro ha preso parte anche Lorenzo Bertelli Head of Corporate Social Responsibility, del Gruppo Prada. Un focus sulle aziende familiari di Arezzo e Toscana è stato presentato da Fabio Quarato, Professore alla Bocconi. La ricerca svolta dall’Osservatorio Aub su tutte le aziende con un fatturato superiore ai 20 milioni di euro, 23.578 italiane, 1.270 toscane e 144 aretine, mette in luce alcuni aspetti chiave.

L’incidenza delle aziende familiari della Toscana è superiore di 3 punti rispetto alla media dell’Osservatorio e di circa 20 punti nella provincia di Arezzo. Ad Arezzo le aziende familiari operano soprattutto nel settore manifatturiero (il 64,8%), se in Toscana il settore moda è quello prevalente (23,1%), in provincia i settori principali sono quelli dell’altro manifatturiero (in prevalenza gioielleria e oreficeria) e prodotti in metallo. Dal 2016, le aziende familiari di Arezzo registrano tassi di crescita dei ricavi superiori (332) sia rispetto alla media nazionale che alla media toscana (260). Nonostante il calo registrato nel 2023, resta il gap positivo di redditività netta a favore delle aziende familiari di Arezzo (17,2) e della Toscana (15,4) rispetto alla media nazionale (14,4). Fin dallo scorso decennio, le aziende familiari mostrano una solidità patrimoniale superiore rispetto alla media nazionale. L’incidenza di aziende familiari con Investimenti Diretti Esteri è inferiore di quasi 5 punti percentuali rispetto alla media nazionale sia ad Arezzo che in Toscana. Circa 1 azienda su 4 (il 24,7%) sia nella provincia di Arezzo che in Toscana ha almeno un consigliere under 40 all’interno del Cda. Circa il 44% dei Cda aretini e il 56% dei toscani è "aperto", cioè include almeno un consigliere non familiare. Non solo, nella provincia di Arezzo circa il 48,1% dei Cda è composto da almeno il 33% di donne, un’incidenza superiore di circa 10 punti rispetto alla media nazionale (38,6%). Nelle aziende familiari di Arezzo prevale il modello di leadership individuale rispetto alla media nazionale, mentre in Toscana prevale il modello collegiale. Circa il 28% dei leader ha oltre 70 anni nella provincia di Arezzo, un dato superiore di circa 2 punti rispetto alla media della Toscana e nazionale. Nelle nostre aziende familiari i passaggi generazionali procedono a ritmo molto più lento rispetto alla media nazionale.