False ricette per i rimborsi Farmacista sotto inchiesta

Avrebbe aggiunto a mano medicinali sulle prescrizioni all’insaputa dei dottori. L’accusa è di truffa ai danni dello Stato. Così è nata l’operazione dei carabinieri

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di Ilaria Ulivelli

Rischiano guai grossi due farmacisti di Firenze e Arezzo sospettati di truffa al sistema sanitario nazionale. Sarebbero migliaia le confezioni di farmaci aggiunte nelle ricette rosse all’insaputa dei medici prescrittori. Nel caso fiorentino sarebbe stato proprio un medico di famiglia, dopo aver controllato il resoconto, a riscontrare l’anomalia e a rendersi conto di non aver mai prescritto quei medicinali. Antibiotici, antidepressivi, anticolesterolo, antipertensivi, antidiabetici. Una lista lunghissima di farmaci tra i più utilizzati, non troppo costosi, proprio per evitare di inciampare in eventuali verifiche. Con la stretta alla spesa farmaceutica data dalla Regione Toscana, infatti, anche i medici sono più attenti e verificano scrupolosamente la coincidenza tra farmaci prescritti e il resoconto mensile che viene loro attribuito.

La farmacia aretina invece sarebbe stata agganciata dai carabinieri del Nas nel corso di controlli sulla spesa sanitaria.

Le indagini sono in corso e in Regione Toscana è già stata insediata un’apposita commissione di verifica che si occuperà anche di sollecitare i medici a utilizzare la ricetta elettronica che, diversamente da quella rossa, mette in rilievo immediatamente eventuali manomissioni o aggiunte fraudolente.

In pratica i farmacisti avrebbero aggiunto svariate migliaia di prescrizioni sulle centinaia di ricette, applicando le fustelle adesive presenti sulle confezioni di medicinali, con le quali poi ottenere il rimborso dal sistema sanitario. Da verificare anche come poi le confezioni venissero rimesse in commercio e su quale mercato, visto che a quel punto erano prive della fustella.

Il meccanismo che sarebbe stato messo in piedi dai farmacisti di Firenze e Arezzo è più o meno analogo a quello già utilizzato per truffare il sistema sanitario nazionale. Non è la prima volta. L’inchiesta più eclatante degli ultimi anni risale al 2020, condotta in diverse Regioni e coordinata dalla Procura della Repubblica di Bari. Grazie alla maxi operazione, denominata Shameless, era stato stroncato un presunto giro d’affari di 20 milioni di euro. Era emerso un sistema. Anche in quel caso le indagini avevano preso il via dopo la scoperta, in uno studio associato di medici di medicina generale, di alcune confezioni di farmaci prescritte con ricette false. Secondo gli investigatori, alcuni titolari di aziende farmaceutiche, farmacisti e medici compiacenti avevano creato un articolato meccanismo corruttivo basato sulla prescrizione di farmaci a pazienti ignari.

In questo caso invece, le ricette sono vere e i medici, in base a quanto emerso finora, completamente estranei al giro d’affari. Ora toccherà all’attività investigativa appurare l’entità della truffa, le persone coinvolte, e che fine abbiano fatto le migliaia confezioni di farmaci che, nell’inchiesta di Bari erano state gettate tra i rifiuti o bruciate in aperta campagna. I carabinieri del Nas stanno passando al vaglio i dati sulle prescrizioni di specialità medicinali a carico del sistema sanitario forniti dalla Regione Toscana.