
Soccorritori nell’area dell’esplosione dell’azienda alle porte di Arezzo
Tragedia sfiorata a San Zeno, nella periferia industriale di Arezzo. Esplode il reattore dell’azienda e il botto squarcia il tetto dello stabilimento, divellendo anche le finestre e i cavi della corrente mandando in blackout out una decina di utenze, fabbrica compresa che ancora è senza luce. E il che significa produzione ferma. Accade nella mattinata di ieri alla Safimet, uno dei colossi della provincia, impegnato nel recupero di materiali preziosi. Tra le prime aziende per fatturato nell’Aretino. I feriti sono quattro e sono tutti inquadrati come codici minori, verdi cioè, già dimessi dal San Donato di Arezzo. Chi era frastornato dal forte rumore e chi invece aveva avuto qualche problema alla vista, forse per i detriti. Un bilancio che ha fatto tirare un sospiro di sollievo visto che lì per lì tutti temevano il peggio. E la dinamica non poteva che ingannare le previsioni.
Sul posto è stata attivata anche la macchina dei soccorsi: da una parte i vigili del fuoco di Arezzo e dall’altro i sanitari dell’Asl che hanno lavorato fianco a fianco. Anche il gruppo maxi emergenza è stato allertato. Compito delle autorità è stato anche quello di controllare che non ci fossero ripercussioni sul fronte ambientale, come ad esempio l’esalazione di gas tossici. Sui social era partita la psicosi cianuro con alcuni messaggi rimbalzati qua e là - senza alcuna base - che invitavano a tenere finestre chiuse.
Tutto è stato smentito dall’azienda sanitaria e dall’Arpat che comunque sta portando avanti gli aggiornamenti per sincerarsi che il rischio sia zero. Da ricostruire anche le cause dell’incidente: i tecnici dell’azienda sono al lavoro.
Luca Amodio