Elicotteri e cani: blitz antidroga al Pionta

Caccia agli spacciatori con l’intervento di polizia e vigili urbani che da Campo di Marte si è allargato fino al resto del quartiere Saione

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di Gaia Papi

È stato l’elicottero della polizia, ieri pomeriggio in volo per ore, a far capire che qualcosa stava accadendo. Gli aretini conoscono quel ronzio e ormai sanno a cosa associarlo. Un elicottero vuol dire che è in corso un blitz delle forze dell’ordine, e quasi sempre teatro dell’operazione è la zona Campo di Marte. Là dove i pusher incontrano i propri clienti e i clandestini bivaccano. A metà strada tra il Pionta e il quartiere Saione, zona simbolo del microcrimine, soprattutto d’immigrazione. E così è stato. E’ andato in scena un maxi dispiegamento di forze, in campo polizia di stato, municipale e unità cinofile con cani antidroga. Una specie di rastrellamento anti-pusher che da Campo di Marte si è allargato fino al resto del quartiere Saione, compresa una strada della Casbah della droga come via Nazario Sauro, fino ai giardini Porcinai, dove ancora dominano i magrebini, quasi cacciati dal Pionta ad opera dei ragazzoni nigeriani ed etnie affini. L’operazione è scattata prima delle 15, a quell’ora l’elicottero ha iniziato a girare vorticosamente sulla città. Mentre a terra la zona già veniva battuta dai numerosi agenti, con l’aiuto dei cani poliziotto, addestrati nella ricerca di stupefacente.

Quello l’obiettivo del blitz, trovare la droga che circola in zona, ma soprattutto mettere le mani su chi quella droga la vende, ogni giorno. Il mercato offre di tutto. Dalla cocaina alla marijuana. I clienti? Da insospettabili ai giovanissimi. Un mercato dominato sempre dagli spacciatori al minuto africani (l’ultimo anello di una catena che parte dai grossisti albanesi), arrivati fin qui con le varie ondate dell’immigrazione più recente. Dosi cedute a basso prezzo, in piccole quantità. Perché si sa, e chi di questo mercato ci vive lo sa ancora meglio, con poca "roba" non si va in galera. Ecco allora che, per non farsi trovare con le tasche piene, quella "roba" viene nascosta ovunque. A terra, sotto i famosi olivi del Pionta, nelle intercapedini dei muri. Là dove poterla recuperare all’arrivo di un nuovo ordine che spesso arriva per telefono. Una rapida chiamata, un messaggino. Poi l’appuntamento e il gioco è fatto.

Un gioco sul quale le forze dell’ordine da tempo stanno cercando di scrivere la parola game over. Uno sforzo che non sempre però raggiunge i risultati sperati. Perché lo spaccio di base è sì, il più facile da colpire ma anche il più difficile per il quale trovare un contrasto vero, visto che quasi sempre si resta nell’ambito del quinto comma della legge antidroga, quello della modica quantità, come si diceva, per la quale non c’è il carcere. Ieri non solo Pionta e Campo di Marte, tutta la città è stata ampiamente perlustrata. L’elicottero ha sorvolato a lungo anche sui tetti del Giotto e del centro storico. Un altro schiaffo alla spaccio, quindi, di quale entità lo capiremo nelle prossime ore, quando la questura informerà sui risultati della maxi operazione.