LUCIA BIGOZZI
Cronaca

Effetto bombe da 500 giorni Accolti mille profughi ucraini Sono rimasti in settecento Prefetto: "Grande prova"

De Luca ripercorre le tappe e i numeri della solidarietà dal primo esodo di massa "Impegno organizzativo reso possibile dalla straordinaria collaborazione degli aretini". Negli undici Cas ancora riservati a Kiev oggi ci sono 62 persone con 28 famiglie".

Effetto bombe da 500 giorni  Accolti mille profughi ucraini  Sono rimasti in settecento  Prefetto: "Grande prova"
Effetto bombe da 500 giorni Accolti mille profughi ucraini Sono rimasti in settecento Prefetto: "Grande prova"

di Lucia Bigozzi

L’esodo dall’Ucraina racconta l’orrore della guerra e la speranza di chi fugge dalle bombe per non morire.

A cinquecento giorni dall’invasione russa, quell’esodo non si è fermato anche se molti ucraini hanno deciso di tornare a casa. L’Italia ha accolto con generosità migliaia di profughi e la provincia aretina ha fatto la sua parte con lo stesso slancio umanitario che dimostra in ogni emergenza. Il dato di oggi, in qualche modo, ne è la conferma: sono mille gli ucraini arrivati sopratutto nel 2022, nei mesi più bui del conflitto. Famiglie ma anche moltissime donne sole con i figli, mentre i mariti sono rimasti in trincea. Dei mille profughi accolti in città e in provincia, attualmente risultano presenti settecento persone. Un numero molto elevato che conferma la paura di tornare dove la vita è in pericolo. È il dato composto in base alle segnalazioni dei Comuni alla prefettura che ha messo in moto la macchina dell’accoglienza senza mai fermarsi. Chi è arrivato da città devastate dalle bombe, villaggi rasi al suolo, palazzi ridotti a cumuli di macerie, conosce il terrore e cerca la speranza in un posto al sicuro. Speranza è la parola-chiave che ricorre in ogni racconto dei profughi in città e nei centri della provincia.

Racconti di speranza alla quale da un anno e mezzo dà voce il prefetto Maddalena De Luca. Non è l’unica emergenza internazionale da fronteggiare perchè nei Cas aretini trovano riparo e ristoro i migranti in fuga dalla fame che affrontano il mare sopra un barcone malmesso. Solo due mesi fa, le persone arrivate sono state 486, cifra superiore alla capienza complessiva delle strutture predisposte, pari a 350 posti. A livello provinciale i Cas disponibili sono 54 su un totale di 36 comuni. Sono 43 quelli destinati agli arrivi in particolare dall’Africa anche se non c’è automatismo.

Undici strutture tra quelle individuate dalla prefettura sono destinate ai profughi ucraini: attualmente sono 62, e tra questi 28 nuclei familiari. Nei periodi di massimo esodo, i profughi accolti nei Cas sono stati un centinaio.

Lo schema seguito dal prefetto De Luca è quello dell’accoglienza diffusa per favorire una maggiore integrazione a livello territoriale. Piccoli gruppi nelle varie località della provincia, inserimento graduale nelle comunità dove sono scattate gare di solidarietà per assistere in ogni necessità chi fugge dalla guerra. Una catena di umanità fortissima che ha tra i suoi anelli d’acciaio anche le raccolte di generi di prima necessità spediti o consegnati in Ucraina dalle parrocchie, le istituzioni, associazioni di volontariato, circoli.

Nei cinquecento giorni dalla guerra, gran parte dei profughi rifugiati nell’Aretino sono stati accolti da parenti, familiari e amici che hanno aperto la porta di casa e condiviso la quotidianità. "Un grande sforzo organizzativo reso possibile dalla collaborazione, la sensibilità e la capacità degli attori in campo. Una grande prova di solidarietà degli aretini", commenta il prefetto De Luca, pronta a fronteggiare nuove emergenze.