REDAZIONE AREZZO

"Duomo, cani sì ma in collo" La chiesa corre ai ripari

"Fido" a volte entra e fa i suoi bisogni tra le colonne: il parroco dice basta. Cartello all’ingresso. Don Alvaro: "Li vestono come neonati, ora usino i pannolini".

"Duomo, cani sì ma in collo" La chiesa corre ai ripari

"Si chiede gentilmente ai proprietari di animali di tenerli in braccio durante la visita in cattedrale". Recita così il cartello all’entrata del Duomo. Più di una raccomandazione, dopo quello che è accaduto nel luogo di culto. Escrementi di cani e urina sono stati trovati in prossimità delle colonne della navata centrale dalle persone che si prendono cura della cattedrale e provvedono alla pulizia.

Non solo: c’è chi, inavvertitamente, ha pestato i bisognini di Fido portando in giro sul pavimento le tracce, con al seguito il cattivo odore. Non si tratta di un caso isolato: proprio in questi giorni sono numerosi gli episodi segnalati che si sono ripetuti, creando disagio a chi va a pregare in cattedrale e super-lavoro per chi la tiene in ordine: dalla gestione delle candele, al lavaggio del pavimento e la cura degli ornamenti sacri.

Chiare le indicazioni sul cartello: porte aperte agli animali, ma i proprietari d’ora in poi dovranno prenderli in braccio prima di entrare. Una misura pensata per evitare che i casi si ripetano all’infinito sopratutto in un periodo nel quale la cattedrale e la cappella della Madonna del Conforto, sono visitate da tantissimi turisti ma pure dagli aretini rimasti in città. Una via obbligata, spiega don Alvaro Bardelli, parroco della cattedrale, per porre fine al fenomeno.

"Siamo da sempre molto favorevoli agli animali e lo sottolineo proprio nel giorno di San Rocco e richiamando la figura del cane di Santa Margherita da Cortona, tuttavia, diamo un consiglio ai proprietari: siccome ormai vestono i cani come bambini, utilizzino i pannolini prima di entrare in un luogo di culto".

Don Alvaro ricorre alla proverbiale ironia per sottolineare un problema che sta creando notevole disagio e, oltretutto, denota mancanza di rispetto per un luogo sacro. Per chi ha fede è la cattedrale della città, il luogo vocato alla preghiera. Per chi non crede, è un monumento da visitare. In entrambi i casi e indipendentemente dagli orientamenti personali, il cartello declina le regole da osservare: cani in braccio, in modo da evitare il bisognino estemporaneo. E se proprio diventa un’esigenza fisiologica irrefrenabile, si può correre fuori tenendolo ben stretto tra le braccia, senza imbrattare il pavimento e provocare l’inciampo di persone che camminando, non si accorgono della "sorpresa".

Non esistono precedenti: tutto avviene in queste settimane e siccome si tratta di episodi reiterati, è scattato lo stop. "Siamo stufi di dover pulire escrementi lasciati in duomo e sottolineo in duomo", rincara la dose don Alvaro. La legge dello Stato non vieta l’ingresso degli animali in chiesa e tuttavia fissa il rispetto del luogo, ricordando le regole base della convivenza civile. Ma pure dell’educazione dei proprietari degli animali domestici che, a giudicare da quanto accaduto in cattedrale, non sembra raggiungere vette altissime. Se i cani di piccola taglia stanno comodamente tra le braccia di chi li ama, sarà di certo un’impresa per chi passeggia con un alano, un boxer, un rotweiller, un mastino o un dobermann.

Lucia Bigozzi