LUCA AMODIO
Cronaca

Diari, le storie dei quaranta anni. Ecco gli otto finalisti del Premio tra guerre e incubi familiari

Lanciato il grande evento dell’estate: c’è anche un racconto oltre la violenza legato alla nostra città. I temi più ricorrenti riguardano la sopraffazione sulle donne. Il 15 settembre la consegna dei riconoscimenti.

Diari, le storie dei quaranta anni. Ecco gli otto finalisti del Premio tra guerre e incubi familiari

Lanciato il grande evento dell’estate: c’è anche un racconto oltre la violenza legato alla nostra città. I temi più ricorrenti riguardano la sopraffazione sulle donne. Il 15 settembre la consegna dei riconoscimenti.

Aprì una pizzeria ad Arezzo per combattere il patriarcato. Una reazione alla sopraffazione. È la memoria di Maria Rossi. La sua storia è tra le otto storie finaliste del Premio Pieve che taglia il traguardo dei quarant’anni. E si lega ad Arezzo. Il grande evento culturale che ogni hanno seleziona testimonianze autobiografiche del pessato raccolte, giorno dopo giorno, tra i fogli di un diario. Si chiama "Terra bruciata" la storia di Maria Rossi che con l’inchiostro volle raccontare l’indifferenza attorno al suo dolore. Maria sposò il suo compagno quando aveva 19 anni. Da allora lui la picchiò ogni giorno. La giovane donna provò a cercare aiuto ma invano. Si recò dai carabinieri ma non trovò aiuto. Reagì, nonostante tutto. Si arruolò tra le fila del Partito comunista a Roma e per alcuni anni lavorò in fabbrica. Poi prese il treno in direzione Arezzo. In città aprì una pizzeria: fu un atto di emancipazione femminile. Riuscì a portare avanti il locale tra le tante difficoltà compresa la presenza del marito che anche ad Arezzo non le lasciò respirare. Una persecuzione. Maria non si scoraggiò. Riuscì a risollevarsi grazie alla sua forza di volontà, al suo analista e a suo figlio. Così, dopo tanti anni, trovò la forza di raccontare quel che le era successo. Anche per tante altre donne.

Il Premio Pieve torna dal 12 al 15 settembre nel borgo della Valtiberina. Per l’edizione-anniversario la commissione di lettura ha selezionato storie di guerra, di lavoro, di violenza ma anche di sopraffazione sulle donne. L’obiettivo è sempre lo stesso: offrire uno spaccato della società italiana del passato ma sempre attuale.

Ed ecco che tra le otto storie finaliste ci sarà quella di Albertina Castellazzi che riuscirà a liberarsi dall’imperio paterno che la voleva "reclusa" alla sola cura domestica. Invece lei diventerà un insegnante.

Poi un’altra storia al femminile, quella di Cosma Damiano Di Salvo che racconta le sue vicissitudini personali nella Sicilia degli anni ’20. Mario Morandi, funzionario fascista, racconta la crisi politica idealista fascista negli anni ’43 e ’44, fino alla decisione di aprire una libreria per riscattarsi.

Per restare nello stesso periodo, c’è anche la storia di Guerrino Nati, sottufficiale della Marina, che racconterà l’indignazione per la guerra fratricida all’indomani dell’armistizio intrecciata ai pensieri per la famiglia. La memoria di Giuseppe Trincalo rievoca le vicissitudini della sua famiglia dopo lo sbarco delle truppe alleate: un manuale di sopravvivenza nella Roma del ’44 immersa nella violenza nazista. Giovanni Stefanolo, da calzolaio a cameriere, da muratore a ufficiale dell’esercito, racconta la grande guerra vista dalla trincea. E infine Rachele Venturin che racconta la sua vita e i suoi amori tra il Kenya, l’Iran, il Pakistan e l’Italia.