
Svaligiato dentista ad Arezzo
Arezzo, 16 marzo 2015 - «Furto su commissione per le strutture low cost, alimentazione del mercato abusivo nazionale e disegno criminoso», sono questi i tre scenari ipotizzati dal presidente dell’albo odontoiatri dell’ordine dei medici, chirurghi e odontoiatri di Arezzo dottor Giovacchino Raspini intervistato dopo gli assalti dei ladri agli studi dentistici di Arezzo e Sansepolcro durante i quali sono state rubate tutte le attrezzature. Una razzia in piena regola , ladri ben addestrati che hanno messo mano su i migliori strumenti , in grado di distinguere quello che era di valore da quello che non lo era . La prima ipotesi delineata è quella di furti su commissione da parte di strutture low cost dell’est europeo. In questo caso le attrezzature rubate andrebbero a sostituire quelle acquisite da tali strutture in prima battuta, quando ancora le normative in quei paesi erano meno stringenti. In molti casi in tali studi si utilizzavano attrezzature di importazione cinese o provenienti da mercati non leciti, prive quindi delle conformità richieste dalla Comunità Europea. La seconda ipotesi è che vadano ad alimentare il mercato abusivo nazionale, un mercato ancora fiorente. In questo caso le attrezzature rubate verrebbero utilizzate dal dentista abusivo, in quanto oggi impossibilitato a comprare attrezzature odontoiatriche, per le quali sono richiesti requisiti particolari, primo fra tutti l’iscrizione all’Albo Odontoiatri. In tal caso si potrebbe ipotizzare anche il furto su commissione. L’ULTIMA IPOTESI è quella di un disegno criminoso di riciclaggio di denaro sporco. L’allarme è stato lanciato da Giuseppe Renzo, presidente nazionale della Commissione albo odontoiatri (Cao), che parla di possibili infiltrazioni della criminalità organizzata nel mercato del franchising odontoiatrico, fenomeno che emergerebbe anche dal rapporto Eurispes, per il quale è stato di recente chiesto il coinvolgimento della commissione antimafia. Sembra che organizzazioni mafiose abbiano allungato i loro tentacoli nella sanità, le cliniche sarebbero il luogo ideale per ripulire denaro «sporco», provento di attività criminosi. Qualsiasi sia lo scenario entro il quale si sono realizzati i furti negli studi dentistici aretini, sistemi per bloccare il mercato ci sarebbero. Innanzitutto ponendo attenzione ai codici delle matricole che ogni macchina possiede. Le case madri, che si occupano della periodica manutenzione, possono notificare la provenienza. Altra soluzione sarebbero controlli più mirati alle frontiere con i paesi dell’est europeo.