Dai biberon antichi ai Della Robbia La mostra sulla famiglia di ceramisti esplora il legame tra madri e figli

Otto grandi opere, un percorso di visita, le statuette dal Mann di Napoli. E intorno cene in bianco e nuovi vini

Dai biberon antichi ai Della Robbia  La mostra sulla famiglia di ceramisti  esplora il legame tra madri e figli

Dai biberon antichi ai Della Robbia La mostra sulla famiglia di ceramisti esplora il legame tra madri e figli

di Lucia Bigozzi

L’amore tra madri e figli supera i confini dello spazio e del tempo, si staglia nella storia e lega l’arte nelle sue evoluzioni. È il fìlo che unisce i Della Robbia a Foiano e il paese della Valdichiana a Cortona e Luca Signorelli nel quinto centenario dalla morte. Il maestro del Rinascimento porta a compimento proprio a Foiano l’ultima opera "L’incoronazione della Vergine" (1523); qui la famiglia di ceramisti fiorentini apre una bottega e dai primi decenni del Quattrocento a oltre la seconda metà del Cinquecento realizza il maggior numero di opere concentrate in un solo luogo, un primato foianese a livello toscano (Firenze a parte). Un’attività lunga un secolo che ha prodotto otto capolavori, in un viaggio nell’arte dei Della Robbia: è il filo dell’anno robbiano, sospeso per la pandemia, e ora ai nastri di partenza, dal 3 giugno al 30 settembre.

La potenza della maternità è il tratto saliente della narrazione, nella complessità del legame madre-figlio che l’arte traduce in messaggio. Si muove su questo crinale la mostra-evento che ha il suo baricentro nella scultura custodita nella chiesa-museo di Santa Maria della Fraternità: è la Madonna della Neve, di Andrea Della Robbia, statua a grandezza naturale e raro esempio di esecuzione con la tecnica della ceramica invetriata bianca. Spiccano gli occhi blu cobalto di Maria e del Bambino che tiene in braccio. In Italia non esiste un’opera simile, bisogna spingersi fino a Budapest.

Comincia da qui il viaggio costruito dal Comune insieme al Ministero della Cultura (che ha dato il patrocinio), Regione, Provincia. Il plus dell’evento è la collaborazione con il Mann di Napoli che metterà in dialogo la Madonna della Neve con 5 capolavori del mondo antico. "Dall’Egitto agli etruschi a Roma fino al capolavoro robbiano. Su tutti un file rouge: il rapporto complesso madre-figlio che ancora oggi va protetto" spiega Paolo Giulierini, direttore del museo archeologico di Napoli. Ha scelto statuette di Iside che allatta il figlio Horus, il padre è Osiride, che in Egitto è la rappresentazione del faraone, per poi spaziare nell’antica Roma con una collezione di biberon ante litteram. "Si chiamano Guttus, piccoli vasetti con un’imboccatura lunga utilizzati per facilitare la deglutizione del latte nello svezzamento" aggiunge. Ma l’opera più particolare è "un affresco da Pompei, racconta Danae che allatta Perseo, che distaccò la testa della Medusa e cavalca Pegaso, cavallo alato".

Dalla Madonna della Neve il percorso raggiunge il suo apice nella chiesa di San Francesco con la Vergine dello Spasimo: otto statue in ceramica invetriata policroma a grandezza naturale. Qui il mistero che per anni ha diviso gli studiosisull’attribuzione della mano che scolpì il Crocifisso ligneo centrale, è stato appena svelato. In pratica, il Crocifisso partito da Foiano come opera di Baccio di Montelupo, è rientrato con il “sigillo” di Andrea Della Robbia.

Attorno girano una miriade di iniziative collaterali. Con un “cameo”: la chiesa-museo diventa un’aula dove gli studenti dell’Istituto Marcelli fanno lezione d’arte e storia. Sono i ragazzi a raccontare ai visitatori i capolavori attraverso un qrcode accanto alle opere. Tra le iniziative un convegno nazionale e una mostra d’arte contemporanea, curata da Massimo Magurano, dell’artista Gian Luca Bianco, ispirata a dettagli dallerobbiane foianesi. E ci saranno una cena in bianco in stile robbiano e il battesimo di un vino.

"L’obiettivo è restituire a Foiano il suo posto nella storia e nella geografia toscana. I capolavori sono un segno profondo della nostra storia", spiega il sindaco Francesco Sonnati. "Abbiamo voluto concentrarci sulla potenza dei nostri capolavori, senza aggiungere robbiane da altri luoghi" osserva il vicesindaco Jacopo Franci. Da giugno a settembre musei e chiese saranno aperti no stop 7 giorni su sette".