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Da batterista a tamburino, l'addio di Checcacci ai musici: "Non mi sentivo più a casa mia"

Il ritiro da consigliere di uno dei simboli del gruppo, per 29 anni protagonista in piazza e nelle uscite. I contrasti con la dirigenza

Adriano Checcacci

Arezzo, 19 marzo 2017 - E' una figura storica del gruppo Musici, un personaggio di quelli che individui subito, per la mole imponente, per quel «volto medievale», per la voce che dà il tempo ai tamburi. E’ Adriano Checcacci, per tutti Nano, che ha annunciato ufficialmente le sue dimissioni da consigliere del gruppo e la decisione di lasciare i Musici dopo 29 anni di carriera.

Entra nei musici nel 1988, in un gruppo «disgregato», quando anche la Giostra non riusciva più a scaldare gli aretini. La passione per la manifestazione e l’esperienza come batterista diventa contagiosa, i ragazzi ritrovano la motivazione, il gruppo cresce, diventa la potente colonna sonora della Giostra, arrivano i viaggi all’estero in tutta Europa, nuove musiche si aggiungono a quelle di Pini e Monci grazie all’arrivo di Giampiero Cangi.

Poi qualcosa si rompe. «Quando arrivai nel 1988 il gruppo stava leccandosi le ferite per via di un capogruppo che decideva tutto, anche per gli altri. Ora, per me, succede la stessa cosa».

E l'addio lo posta con un messaggio su Facebook. "Dopo 29 anni sono ufficialmente fuori dai Musici. Ma d'altronde, mi sentivo come se in casa mia non potessi mettermi le ciabatte".

Con eleganza Checcacci fa capire che lui e il gruppo non stanno guardando nella stessa direzione, poche uscite, poco impegno, poca passione, poca promozione e poco ascolto da parte dell’assemblea. Chissà se c’entra qualcosa anche l’uscita di Cangi.