
di Diego D’Ippolito
Probabilmente non sarà uno sgombero a cambiare la carte in tavola. La partita è ormai aperta da anni e la lentezza con cui va avanti la fa sembrare più una competizione di scacchi che un "girone". L’area Lebole è un buco nero per la città, il più brutto dei biglietti da visita possibili per un comune che tutto sta puntando sul turismo. E’ una brutta vetrina per un centro congressi che nel post Covid vorrebbe ritrovare slancio, ma che al momento se si affaccia sulla destra trova una buca, delle erbacce e qualche segno di un cantiere immobile, quello della rotonda di via Fiorentina.
Dall’altro lato quel che resta di una gloriosa azienda di abbigliamento: la Lebole. Il quadro non è dei più spettacolari, non lo era il giorno prima dell’operazione di polizia, non lo sarà il giorno dopo. L’area Lebole rimane appesa al progetto portato avanti in questi anni dalla famiglia Carrara che con coraggio ha rilevato quell’area sulla quale ogni anno paga imposte salatissime. Il progetto sulla carta ci sarebbe anche, ma probabilmente ciò che si attendono sono i contenuti e i contratti per dargli gambe. L’ultima variante per quell’area, approvata in consiglio comunale nel 2018, prevedeva una modifica non sostanziale, ma più vicina alle esigenze dei proprietari. Non più, tramontata l’idea Esselunga, enormi volumi per ospitare la grande distribuzione, ma comparti più misurati per ospitare realtà diverse tra loro, ma comunque con vocazione commerciale.
Una variante che, secondo le parole di allora, del sindaco Ghinelli prevedeva un più impegnativo disegno strutturale.
"Questo infatti – spiegava Ghinelli - prevede ora la realizzazione del raccordo autostradale, tra area ex Lebole e Centro Affari, con un allargamento a quattro corsie, non interrato ma in quota, secondo un progetto di elevata qualità che consente peraltro una nuova permeabilità stradale tra le due aree dedicate al commercio, agli affari e alle esposizioni".
Una impostazione della viabilità diversa da quella disegnata nel 2014, che prevedeva il raccordo interrato e che lo stesso sindaco, allora all’opposizione, contestava. Nel 2019, l’annuncio della proprietà: le ruspe erano pronte a partire. Poi una serie di stop and go, il Covid e quest’estate sulle nostre colonne l’intervento Marco Carrara: "Sto lavorando con tutte le mie forze per far partire il progetto sull’area Lebole". Impegno poi confermato anche all’inizio di questo mese dallo stesso imprenditore pistoiese.
A cosa sia ancora legata l’attesa è di difficile comprensione. L’atteso annuncio è probabilmente legato a un accordo con un qualche impresa legata al food. Per dare gambe al progetto c’è sicuramente bisogno di certezze. Una cosa è certe, la città si sta abituando in maniera cronica all’attesa, restituendo in cambio l’entusiasmo e la fiducia. Cosa ci sarebbe potuto essere oggi in quell’area se il dibattito politico di molti anni fa fosse finito diversamente? Un outlet che forse nel tempo avrebbe perso nel tempo la sua forza commerciale o attrattiva. O una grande distribuzione del lusso sul modello The Mall di Firenze che bene si poteva sposare con la vocazione del territorio?