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Cristo di periferia. Favola moderna con Montanari

La stagione dello Spina di Castiglion Fiorentino riparte questa sera alle 20.45 con l’attore romano .

Cristo di periferia. Favola moderna con Montanari

Riparte con Francesco Montanari la programmazione del teatro Mario Spina di Castiglion Fiorentino. Questa sera alle 20,45, sul palco Francesco Montanari in "Cristo di periferia".

Un giornalista viene inviato dal suo direttore in un circo di periferia per scrivere un articolo su un "povero Cristo" che, nella sua roulotte, trasforma l’acqua in vino e moltiplica i pani e i pesci. Lo spettacolo narra con delicatezza e suggestione questa fiaba contemporanea che si interroga sul valore dei miracoli oggi, sulla bellezza del mondo e sull’importanza dei sogni. Francesco Montanari, direttore artistico del teatro Manini di Narni, è diventato noto al grande pubblico con il ruolo del Libanese nella serie tv "Romanzo Criminale", a cui sono seguiti "Il cacciatore" e "I Medici". Con le musiche dal vivo di Raimondo Esposito e Francesca Masucci, lo spettacolo narra di un giornalista inviato dal proprio direttore in un circo di periferia per scrivere un articolo appunto.

Intorno a lui un circo bastardo di personaggi fragili e surreali che lo scettico giornalista incontra e racconta in una storia di fede che scorre incessante e inesorabile come gli stessi numeri del circo, capaci di nascondere paure e sofferenze dietro alle luci e alle risate.

Riparte così la stagione del Teatro comunale Mario Spina di Castiglion Fiorentino, con la direzione artistica dell’Associazione CapoTrave / Kilowatt, diretta da Lucia Franchi e Luca Ricci. Tredici spettacoli in cartellone, suddivisi in tre rassegne, una dedicata al teatro serale, uno al circo, la terza al teatro ragazzi, con grandi nomi e spettacoli di qualità, in scena fino al 30 aprile.

La stagione prosegue venerdì 2 febbraio, alle 20,45 ci sarà Pino Strabioli in "Sempre fiori mai un fioraio! Omaggio a Paolo Poli". Lo spettacolo nasce dal libro omonimo, edito da Rizzoli, in cui l’autore ricorda le conversazioni avute con Paolo Poli durante una serie di pranzi trascorsi nello stesso ristorante, alla stessa ora, nell’arco di due anni.

Una serata dedicata al pensiero libero, all’irriverenza, alla profonda leggerezza di un genio che ha attraversato il Novecento con la naturalezza, il coraggio, la sfrontatezza che lo hanno reso unico e irripetibile.