
Il gip Borraccia
Arezzo, 24 novembre 2017 - Tutti dentro. Il Gup Giampiero Borraccia ha dato il via libera alle 2500 richieste di costituzione di parte civile, escludendo invece i comuni di Arezzo e Castiglion Fiorentino insieme alle associazioni, tra le quali la Federconsumatori. La svolta è arrivata a metà mattinato quando si risparmiatori azzerati hanno appreso di poter prendere parte al processo per il crac Etruria a due anni esatti dal decreto di risoluzione che ha trasformato i loro titoli (azioni e obbligazioni subordinate) in carta straccia. A dire il vero, il varo del provvedimento risale a domenica 22 novembre 2015, ma l’esatta percezione delle dimensioni del disastro si ebbe soltanto il lunedì, quindi il 23.
Giornata di passione allora e giornata di passione oggi, col Gup Giampiero Borraccia che ha deciso che i 2500 possono metaforicamente entrare nell’aula dell’udienza preliminare per bancarotta con la qualifica appunto di parti civili. Si erano opposti gli avvocati dei 23 imputati con questa tesi: ha chiesto di costituirsi il liquidatore della vecchia Bpel Giuseppe Santoni e lui già rappresenta tutti i creditori, compresi azionisti e subordinatisti. Nemmeno per idea, hanno replicatoi legali degli azzerati: noi chiediamo i danni morali e Santoni invece è abilitato a reclamare solo quelli patrimoniali.
La decisione del giudice è destinata a fare clamore. Ammettendo i 2500, ha trasformato l’udienza di Etruria nella seconda dell’epoca recente per presenza di parti civili. Solo per Parmalat ce ne erano di più, quasi 17 mila, ma negli altri grandi casi, dalla Costa Concordia al crac Cirio, le cifre sono sempre state più basse.
In programma per stamani c’era anche la requisitoria del Pm Andrea Claudiani. Ma lui ha avuto un intoppo all’ultimo momento. Al suo posto il procuratore capo Roberto Rossi, che deposita il testo della requisitoria scritta, mettendola a disposizione delle parti. Poi sarà ancora Claudiani, alla prossima puntata, mercoledì 29, a concludere e aggiornare il suo intervento.
Un contrattempo che dà alle difese una settimana di tempo in più per decidere sull’eventuale richiesta di riti abbreviati che farebbe evaporare la spettacolarità del processo: solo udienze in camera di consiglio, quindi in segreto, senza testimoni e senza pubblico, con le parti civili (se saranno ammesse) sostanzialmente depotenziate e quasi tagliate fuori. Un plotoncino degli imputati di bancarotta fraudolenta (quelli con le posizioni più gravi) ci sta pensando. I vantaggi La Nazione li ha già anticipati nei giorni scorsi: giudizio allo stato degli atti, sì sulle carte d’accusa ma senza sfilata di testimoni che potrebbe ulteriormente appesantire la situazione degli accusati.
E poi c’è il guadagno secco dello sconto di un terzo della pena in caso di condanna. Non è questione da poco in un caso in cui le richieste di pena del Pm potrebbero essere pesanti, fino a 8-9 anni sulla carta. Condanne, dunque, che se arrivano si scontano e non restano pura teoria. Già stamani si potrebbe cominciare a intuire chi e perchè chiede il rito abbreviato e chi invece sceglie di andare per via ordinaria. Di sicuro fra questi ultimi ci saranno gli imputati di bancarotta semplice o colposa. Loro intanto rischiano meno in termini di pena e poi la prescrizione potrebbe maturare prima che si arrivi alla sentenza definitiva.