REDAZIONE AREZZO

Cortona è un caso regionale. Ipotesi Carini contro Meoni

Se lo strappo non verrà sanato, si profila una corsa a due nel centrodestra

CORTONA

Un rompicapo. Il caso Cortona atterra sul tavolo toscano del centrodestra: troppi nodi si sono intrecciati in questi mesi di fibrillazioni sotto traccia e uscite roboanti, posizioni rigide come il no di Fratelli d’Italia alla ricandidatura del sindaco uscente. Troppo "fiele" rischia di avvelenare il pozzo della coalizione che nella città etrusca se la dovrà vedere con la scalata di Andrea Vignini (dentro il Pd e tra gli elettori), l’ex sindaco che già scalda i motori della campagna elettorale. Lui si candida, punto. Gli altri, intesi come suoi (dem e centrosinistra), facciano quello che vogliono, è la sintesi. Non sarà una partita facile per nessuno nel comune che Luciano Meoni alla testa di una lista civica corazzata dal centrodestra, nel 2019 strappò al dominio incontrastato del Pd. Sconfitta che ancora brucia e sulle cui ferite - mai rimarginate - si consumano schermaglie dentro il partito dove Vignini è rientrato dopo la parentesi in Articolo 1. Un ritorno a casa, non senza mugugni tra dem cortonesi.

È in questo contesto che il centrodestra, per ora, resta appeso al nodo sulla ricandidatura del sindaco, al primo mandato. L’indicazione sancita a Roma nella riunione di fine agosto tra Donzelli, Tajani e Salvini è chiara: i sindaci uscenti al primo giro di boa vanno ricandidati.

E qui si apre il caso cortonese: Fdi ha già chiarito che non intende sostenere un Meoni-bis e lo ha fatto ormai da mesi, provocando un "terremoto" tra gli alleati che stanno ragionando sul da farsi. Con alcune sottolineature nelle rispettive posizioni. La lega, in particolare, ha scelto un profilo attendista (tatticamente in linea con la partita aperta nei ranghi salviniani con il congresso regionale in programma in autunno): nessun endorsement sulla ricandidatura di Meoni ma al tempo stesso, nessuna porta chiusa all’opzione. Opzione che negli altri partiti non incontrerebbe grandissimi entusiasmi e tuttavia l’atteggiamento prevalente è di prudenza, in una fase così delicata.

E il sindaco? Luciano Meoni non è intenzionato a fare passi indietro o di lato. Anzi, rilancia e alza la posta: lui, in realtà, è già in campagna elettorale e si batterà per la vittoria alla testa della sua lista civica. Ben consapevole, tuttavia, del peso elettorale dei partiti del centrodestra. Lo stallo cortonese rischia di creare effetti a catena anche in altri comuni al voto e, forse anche per questo, il dossier è finito sul tavolo regionale della coalizione con la missione di trovare la quadra.

Per il momento, a meno di sorprese dell’ultimora che in politica non sono certo una rarità, la proiezione sul voto 2024, indica uno schema con due candidati sindaco nel centrodestra. Da un lato, Meoni ha già detto che scende in campo, con o senza coalizione e dall’altro il competitor ha già un nome e un cognome: Nicola Carini, attuale presidente del consiglio comunale ed esponente di punta dei meloniani cortonesi. Niente di ufficiale, ma le voci circolano con insistenza.

Se da Firenze (e chissà forse pure da Roma se dovesse servire), il nodo Cortona non verrà sciolto, la corsa a due nel centrodestra rischia di diventare un boomerang pericolosissimo. È come giocare con il fuoco.

LuBi