Corsa contro l’astensione. Cinque Comuni al voto con un solo candidato

Le realtà che al momento sono chiamate alle urne e con una sola lista. Venerdì e sabato la presentazione delle candidature: cosa può cambiare.

Corsa contro l’astensione. Cinque Comuni al voto con un solo candidato

Corsa contro l’astensione. Cinque Comuni al voto con un solo candidato

di Matteo Marzotti

AREZZO

I giochi sono (quasi) fatti quando mancano poco più di 48 ore al termine ultimo per la presentazione delle candidature in vista delle elezioni amministrative di sabato 8 e domenica 9 giugno. Per la precisione, sulla base delle istruzioni redatte dal Ministero dell’Interno, venerdì 10 maggio dalle 8 alle 20 e sabato 11 maggio dalle 8 alle 12 sarà possibile presentare la documentazione necessaria per ammettere una lista e i relativi candidati al voto. Una procedura che interessa 26 Comuni dell’Aretino, comprese quelle realtà dove ad oggi, ed è bene sottolinearlo, la corsa alla carica di sindaco sembra essere una competizione ristretta ad un solo candidato. Al momento sono cinque i Comuni dove nella scheda gli elettori potrebbero trovare un solo simbolo collegato al relativo candidato e non si tratta solo di amministrazioni espressione di piccoli centri. Certo ci sono i casi di Ortignano Raggiolo e Sestino - rispettivamente 840 e 1.170 abitanti circa - dove Emanuele Ceccherini e Franco Dori cercano la conferma. Esattamente come a Talla (989 abitanti) dove al momento pare essere in corsa solo il sindaco uscente, Eleonora Ducci, in cerca del terzo mandato. Ma poi nell’elenco figurano anche realtà come Castel San Niccolò (oltre 2.400 abitanti) dove Antonio Fani si ricandida e come Castiglion Fibocchi (2.100 abitanti circa) in cui Marco Ermini sembra destinato a correre da solo. Cinque candidati contro lo stesso avversario l’astensionismo. Già perchè essere da soli non significa avere per forza la strada spianata. Candidarsi significa in primis farlo per spirito di servizio ed evitare il commissariamento dell’ente, ma poi occorre riuscire a portare alle urne il prossimo 8 e 9 giugno almeno il 40 per cento degli aventi diritto al voto.

Il Testo unico degli enti locali parla chiaro. In quei Comuni dove è stata "stata ammessa e votata una sola lista, sono eletti tutti i candidati compresi nella lista e il candidato a sindaco collegato, purché essa abbia riportato un numero di voti validi non inferiore al 50 per cento dei votanti e il numero dei votanti non sia stato inferiore al 40 per cento degli elettori iscritti nelle liste elettorali del comune". Senza uno di questi presupposti l’elezione è nulla.

In poche parole non basta presentarsi occorre portare uomini e donne maggiorenni alle urne e soprattutto confidare che almeno il 50 per cento dei voti sia valido.

Intanto il tempo scorre verso il termine ultimo per la presentazione delle candidature e sentendo i principali schieramenti tra destra e sinistra i giochi sembrano fatti, ma verrebbe da dire guai a dormire sonni troppo tranquilli. Anche perchè nel caso dei cinque Comuni con (ad oggi) un solo candidato può bastare poco per veder nascere una lista. Nelle realtà sotto i mille abitanti non occorrono firme per la presentazione della candidatura, tra i mille e fino ai 2.000 abitanti almeno 25 firmatari che salgono a 30 in caso di realtà fino a 5.000 abitanti. Oltre ai sottoscrittori occorre poi un candidato a sindaco che non presenti caratteri di ineleggibilità e soprattutto una lista di almeno 7 candidati alla carica di consigliere comunale di cui almeno uno di sesso diverso dagli altri, pena l’esclusione.