Arezzo, 7 settembre 2024 – Hanno superato il «concorsone» docenti del 2020, ma saranno scavalcati dai colleghi selezionati con il bando Pnrr 2023: «Inaccettabile disparità di trattamento, ho studiato giorno e notte e non è servito a nulla» è lo sfogo di una delle tante partecipanti risultata idonea al concorso che in questa fase così delicata accetta di raccontare la disavventura ma un passo indietro dai riflettori mediatici.
«È risaputo che il concorso 2020 è stato caratterizzato da una procedura selettiva estremamente rigorosa. La maggior parte degli idonei, infatti, ha affrontato un concorso caratterizzato da un percorso altamente selettivo, non solo riguardante le prove sostenute, superate solamente da una piccola percentuale di partecipanti. Purtroppo, ci troviamo ora di fronte ad una situazione paradossale e ingiusta: nella procedura di immissione in ruolo siamo stati scavalcati da aspiranti docenti che dovrebbero essere inseriti dal concorso Pnrr» spiega la prof.
Facciamo un passo indietro: «Nel concorso ordinario mi piazzo molto bene. Dopo tanta fatica, studio e sacrificio arriva la graduatoria di merito, ma così non è». Cinquant’anni, una famiglia, figli. Dopo lunghi anni di attesa, di precariato, dopo un concorso superato, dopo essere piazzata nella relativa graduatoria di merito tra i primi e 3 posti per essere idonea al ruolo, «oggi potevo avere un posto fisso. E invece sono slittata, come molti altri, di posto e quest’anno non sono stata ancora chiamata; il mio posto è stato dato ad un’altra collega. Mi trovo a combattere per quello che mi spetterebbe di diritto» continua a raccontare. Gli idonei del 2020 chiedono di entrare per merito. «Perché fare altri concorsi se ci sono graduatorie da cui attingere? Perchè spendere soldi Pnrr per fare nuovi concorsi e, come dicono, riempire il gap delle mancate assunzioni quando ci sono persone in attesa?» si domanda. Seimila secondo il ministro, trentamila secondo chi quel concorso l’ha fatto.
«Io non mollo. Ma sono arrabbiata, demoralizzata. Io voglio i miei diritti». «In più, noi Itp, insegnanti tecnico pratici risultati idonei nel 2020, ci sentiamo presi in giro doppiamente perché alla nostra abilitazione nelle Gps vale solo 3 punti, nonostante tre dure prove e il superamento del concorso, a parità di altri docenti a cui hanno dato 36».