
Concorrenza sleale. Ristorante abusivo nel capanno di caccia: sequestro e denunce
di Francesco Tozzi
BUCINE
Capanna ad uso venatorio per la caccia al cinghiale? Secondo le forze dell’ordine si trattava invece di un ristorante esclusivo. Lo hanno scovato sabato mattina, tra le colline del territorio comunale di Bucine, i Carabinieri della Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura di Arezzo. Gli uomini dell’Arma, nel corso della loro azione investigativa, si sono trovati di fronte ad un "ristorante riservato a clienti selezionati", mentre secondo le dichiarazioni rese dai tecnici che l’avevano progettato e dichiarato come tale, doveva essere un manufatto per esigenze venatorie, costituito da una struttura interamente in legno ad impatto zero, senza opere murarie e pavimenti. Invece al sopralluogo dei militari si è rivelato essere tutt’altra cosa. I locali erano organizzati come una vera e propria attività ricettiva, immersa in un’affascinante cornice paesaggistica. "Strutture in cemento con parcheggio - si legge nella nota diramata dai Carabinieri forestali - una cucina industriale, celle frigorifere, magazzini, pavimenti in gres porcellanato con tanto di refettorio e dependance, nonché decine di metri di marciapiede". Un luogo, quindi, in cui non mancava nulla e dove verosimilmente, visti i tanti posti a sedere, si svolgevano eventi di grande richiamo. Tutto però all’interno di una determinata cerchia, magari coinvolta tramite il classico passaparola. Insomma, quello rinvenuto dai Carabinieri non era soltanto un casotto tirato sù per riporre le doppiette.
Immediato, sempre sabato mattina, è stato l’intervento sul posto dell’ufficio tecnico dello stesso Comune di Bucine, che ha confermato l’assoluta abusività della struttura, consentendo in questo modo ai militari della Procura, d’intesa con il pubblico ministero di turno, di procedere all’immediato sequestro di tutti i manufatti abusivi, che dovranno essere ora oggetto di ulteriori accertamenti tecnici per quantificare l’effettiva entità degli stessi prima di giungere, a quella che è stata definita dagli stessi inquirenti, "l’inevitabile demolizione di tutto il complesso, stante la sua assoluta insanabilità". I rappresentanti legali delle due squadre di caccia al cinghiale sono stati deferiti all’Autorità Giudiziaria per aver realizzato lavori, opere e manufatti in totale difformità dal titolo edilizio presento allo Sportello unico per le attività produttive di Bucine. Dall’amministrazione comunale del capoluogo della Valdambra si procede intanto con cautela. Gli uffici sono infatti a lavoro per verificare, di concerto con i Carabinieri, le eventuali difformità rispetto a quanto indicato sulla concessione. I cacciatori invece preferiscono confrontarsi con gli avvocati prima di pronunciarsi in merito.