ANGELA BALDI
Cronaca

Arezzo, addio a Renato Tessuti dopo 65 anni. Carrà e Baudo nello storico negozio

Il punto vendita di Corso Italia lascia spazio alla catena Pull and Bear del gruppo Zara: meta di aretini anche di Vip

Foto di gruppo con Pippo Baudo nel negozio Renato

Foto di gruppo con Pippo Baudo nel negozio Renato

Arezzo, 8 maggio 2024 – Dopo 65 anni si ferma una pietra miliare del commercio aretino. Renato, uno dei negozi più longevi della storia del centro, chiude e fa spazio alla catena Pull and Bear.

Qui nel 1976 a fare acquisti entrò perfino Raffaella Carrà, e in quell’occasione una folla di persone si radunò fuori dal negozio in attesa di vedere la cantante. Ma la storia di Renato, punto di riferimento del commercio di casa nostra, è partita nel 1959 in piazza Risorgimento, proprio grazie a Renato Santini. Classe 1923, scomparso 21 anni fa, è stato lui lo storico fondatore titolare di Renato Tessuti.

Alle spalle anni di esperienza come addetto alle vendite, poi il primo negozio in cui si vendevano abbigliamento e soprattutto tessuti. Erano gli anni dei primi articoli prodotti in fabbrica, del dopoguerra e del boom economico. Negli anni ‘60, il trasloco al Corso nei locali del vecchio negozio Montaini, ha segnato un nuovo passo, concretizzato in una realtà espositiva di 2500 metri quadrati dedicati alla biancheria per la casa, all’abbigliamento uomo, donna e bambino e agli abiti da sposa. Con la famiglia sempre al suo fianco e il supporto di personale qualificato, Renato ha scritto anni di storia del commercio, come quando nel ’75 un giovane Pippo Baudo presentò una sfilata nel negozio.

Fino all’ottobre 2000, con l’inaugurazione della nuova ala dedicata a biancheria per la casa, reparto di tessuti per arredamento, tendaggi, profumi ambiente e oggettistica e del nuovo reparto di intimo. È del dicembre 2000 l’inaugurazione del nuovo atelier della sposa. E proprio dal 2000 in poi il timone è passato ai figli di Renato, Paolo e Alberto Santini.

«Ho iniziato ad affiancare mio padre negli anni ‘90 e dal 2003, gestisco il negozio insieme a mio fratello Paolo e mia cognata Cristina – spiega Alberto -. Proprio nel 2005 aprimmo un settore dedicato ai bambini, con tutto quello che serve per culla, lettino e bagno. Nel tempo abbiamo indirizzato l’offerta commerciale, sempre di più, verso i migliori prodotti di biancheria per la casa, abbiamo sempre scelto con cura, lenzuoli, trapunte e piumini, spugna e tovaglie, con occhio sempre rivolto alla qualità oltre che al design. La qualità per Renato è sempre stata al primo posto come ci ha insegnato nostro padre".

Il resto è storia, fino ad oggi. Sì perché dopo 65 anni Renato si ferma e lo fa per far posto a una catena. È la stessa Pull and Bear che, come aveva annunciato La Nazione, prenderà il posto di Benetton che ha chiuso i battenti e che si allargherà agli spazi di Renato.

«Abbiamo ricevuto tante proposte ma a questa non siamo riusciti a dire no – spiega Alberto Santini – a fine luglio dovremo consegnare i locali a Pull and Bear dopo una svendita dal 18 maggio al 20 luglio che sarà anche l’occasione per salutare i clienti. In estate inizieranno i lavori e la nuova catena probabilmente aprirà in autunno, di sicuro prima di Natale. Inizialmente erano 2000 mq, nel 2000 abbiamo lasciato l’abbigliamento e affittato a Benetton, quando dopo oltre 20 anni la storia con Benetton si è chiusa, abbiamo cercato altri affittuari, Pull and Bear offriva le garanzie migliori con alle spalle il gruppo Inditex. Dopo l’ok dei locali di Benetton ci hanno chiesto anche gli spazi di Renato, abbiamo tentennato un po’, ma alla fine io e mio fratello abbiamo deciso di lasciare. I nostri figli hanno preso altre strade lavorano in Lussemburgo e a Milano. Mio fratello andrà in pensione, io invece da qualche anno mi sono inventato una nuova attività, click and fly, che fa riprese con il drone".

Finisce così un’epoca del commercio aretino, con vetrine storiche che cambiano volto. "Era il 1975 quando Pippo Baudo presentava la sfilata di moda dentro a Renato, avevo 10 anni – racconta Santini – nel ’76 la Carrà venne a fare acquisti e una folla si radunò fuori dal negozio, la gente arrivava fino a piazza San Jacopo. Nel 2017 la cozy room, una coppia di pigroni ha vissuto una settimana nella nostra vetrina, una cosa unica in Italia. Dentro al negozio ci sono i ricordi di tante vite sempre nell’insegnamento del babbo che ci diceva di provare prima noi la roba da vendere per accertarne la qualità, ed è quello che ha pagato visto che ancora oggi le persone ci dicono che usano cose comprate qui molti anni fa".