REDAZIONE AREZZO

Chiama moglie e figli dal Pakistan: perde lavoro, dormono in strada

Lui è un professionista dei computer. Notti fuori, via via qualche soluzione provvisoria. "Vogliamo restare uniti

Alì con la moglie

Arezzo, 30 marzo 2017 - Un padre che va via dal suo paese per scappare da una situazione di disagio e persecuzione, arriva in Italia, ottiene il diritto di avere accanto a sé sua moglie e le loro tre bambine per ritrovarsi, dopo poco tempo, senza un lavoro e senza una casa. «Venite, mi potete raggiungere». E invece si ritrovano costretti a dormire in strada o ai giardinetti, la soluzione sulla quale hanno dovuto ripiegare spesso dall’inizio di marzo. È la triste vicenda di Ali Faisal Liquat, pakistano di quarant’anni, di professione informatico.

Alì è arrivato nel nostro paese come tanti suoi connazionali in cerca di un futuro migliore. Un viaggio della speranza e una lunga trafila iniziata nel famigerato centro di accoglienza di Mineo fino all’ottenimento, nel 2014, della protezione sussidiaria, vale a dire di uno status giuridico particolare, assimilabile a quello di rifugiato anche se non uguale.

Concessa quando si ritiene che la persona rischi di subire un danno grave nel caso di rientro nel proprio paese. Alì dopo aver ottenuto la protezione arriva ad Arezzo e può riavere con sé la sua famiglia formata da Sobia, la moglie, e Mahnoor, Fatimah e Minahal, le tre figlie dai sei ai dieci anni.

Ma Alì perde il lavoro. Un amico ospita per qualche tempo la famiglia in casa sua ma dopo un po’ gli spiega che devono trovarsi un’altra sistemazione. Ma quale? Alì e Sobia fanno la spola tra la Prefettura, la Caritas e l’assistenza sociale: «Tutto quello che ci hanno detto è stato “Tornate domani, dobbiamo aprire la pratica“, oppure “Non possiamo aiutarvi“», spiegano.

I coniugi raccontano che la Caritas ha prospettato una soluzione per le bambine ma la famiglia vuole rimanere unita. Dall’associazione culturale del Bangladesh ricevono un minimo aiuto per poter andare avanti qualche giorno. «Non voglio essere a carico di nessuno, sto cercando un lavoro e un posto per potere stare con la mia famiglia, vogliamo rimanere insieme». Per qualche giorno sono al sicuro: ma aspettano risposte definitive.