
In tanti arrivano da Trento con i vessilli incrociati di Israele e Palestina. La gente e gli applausi alle finestre, gli ex politici nello staff, le canzoni.
La bandiera della Palestina e quella di Israele "marciano" insieme. Sono legate e non solo da un nodo. È forse l’immagine più potente che nel mare di colori, cartelli con gli appelli alla pace e lo stop ai bombardamenti che racconta la marcia degli ottomila. Studenti, insegnanti, scolaresche arrivate trafelate all’appuntamento dopo un viaggio dalla Versilia in treno. Tutti col sorriso stampato tra i simboli della pace riprodotti sulle guance, come a ribadire l’urgenza della pace, della riconciliazione e del dialogo che supera le barriere e rimette in moto l’umanità. Le bandiere intrecciate di Israele e Palestina, "marciano" sicure sotto il sole di giugno, e l’entusiasmo dei giovani. Sono arrivate qui, lungo la Setteponti da Trento e alla fine del corteo, svetteranno nel grande prato dell’Arena di Janine, per raccontare l’inganno del conflitto e la forza delle relazioni umane per superare gli ostacoli.
Ci sono gli studenti del quarto anno di Rondine, una comitiva numerosa da Piacenza che oggi attende l’arrivo di altri centotrenta ragazzi per un concerto a Rondine. Anche questo è costruire la pace. E ne sono protagonisti ragazzi che non hanno ancora diciotto anni.
"Siamo qui per ribadire il nostro no alla guerra, che non vince mai. Porta solo distruzione e mette a rischio il nostro futuro", dicono due ragazze che sventolano cartelli con slogan fatti a mano. L’urgenza della pace, la richiesta pressante del "cessate il fuoco": è il tema chiave che anima la marcia degli ottomila verso la cittadella. Si cammina e si parla, qui il telefonino serve solo per cristallizzare un serpentone colorato, il giorno speciale che in tanti hanno atteso e che mai come in questo momento sentono come prioritario: esserci e condividere. Non solo a parola ma nei fatti, testimoniare. Prendersi l’incomodo di metterci la faccia e darsi da fare, ciascuno secondo le sue possibilità. Nello staff di Rondine che segue il "popolo" dei marciatori ci sono anche l’ex vicesindaco Paolo Nicchi e l’ex presidente del Tribunale Gianni Fruganti, in marcia l’ex presidente del consiglio comunale Giuseppe Caroti e sul grande prato di Rondine arrivano, tra gli altri, l’ex sindaco Giuseppe Fanfani e Rosy Bindi, insieme ai consiglieri regionali di centrodestra e centrosinistra e ai rappresentanti delle istituzioni.
"Siamo qui perchè vogliamo contribuire a fermare ogni conflitto, i potenti della terra ci devono ascoltare, vogliamo essere coinvolti nei processi di mediazione perchè in ballo c’è il nostro futuro", spiega Sara che non vede l’ora di "incontrare il presidente Mattarella".
Lui atterra alle 12.05, perfino in anticipo sulla scaletta prevista, nel campo di calcio di Rondine. Lo accolgono il presidente Franco Vaccari e le principali autorità: dal prato gli oltre 8000 marciatori seguono l’arrivo prima sul maxischermo e poi dal vivo. E inizia un dialogo avvincente tra il Capo dello Stato e i giovani.
Lucia Bigozzi