
Il presidente di Nuove Acque Polci, il sindaco Meoni e il sottosegretario Morelli
Dopo anni di attesa e un lungo periodo in cui lo specchio d’acqua era solo un ricordo, la Diga di Cerventosa è pronta a rinascere. E presto tornerà a scorrere da quel bacino nascosto tra i boschi 200 metri sopra la città quell’acqua "buona" cara ai cortonesi e indispensabile per l’economia locale. "Uno strumento di approvvigionamento idrico che permetterà di aumentare la qualità della vita dei cittadini ma anche le risorse per l’offerta turistica. E se di risorse si parla – ha dichiarato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio alla Programmazione economica, Alessandro Morelli alla presentazione del progetto nella sala consiliare del comune di Cortona – ricordiamo che il Ministero è impegnato nell’area toscana in tanti investimenti: uno su tutti la stazione Medioetruria, sulla quale c’è un tavolo tecnico ancora aperto e vedremo quale sarà la soluzione scelta dai tecnici. Le infrastrutture portano economia, sono legate allo sviluppo dei territori e al miglioramento della qualità della vita dei cittadini". Quello che si augura accada presto anche con l’invaso, grazie all’investimento da 6 milioni e 450mila euro per il progetto di incremento della sicurezza antisismica.
Al suo fianco il sindaco Meoni ha speso per la diga parole di grande affetto: "Cerventosa è un pezzo di storia, un luogo di memorie e passeggiate, parte integrante della nostra identità. Fin dal 2015, quando ero consigliere, mi sono battuto nella difesa del territorio, per impedire che l’invaso morisse. Già nel 2019 avevamo avuto l’ok alla valutazione d’impatto ambientale necessaria alle opere per incrementare la sicurezza dell’invaso. Ora con il finanziamento tutto questo diventa possibile". Partner idrico del progetto, che sarà portato avanti dall’ingegner Omar Milighetti, è Nuove Acque. Alla presentazione dei lavori il presidente Carlo Polci ricorda come il progetto della Cerventosa sia stato tra i primi problemi posti al suo insediamento. "Ci vorranno tempi tecnici ma prometto che l’acqua tornerà a Cerventosa" ha concluso con determinazione. Tempi che, promettono, dovrebbero aggirarsi intorno ai tre anni. Nell’illustrare i lavori per il nuovo collaudo della "perla nascosta incastrata in cima al monte", l’ingegnere di Nuove Acque ha sottolineato l’importanza della diga come risorsa idrica di qualità in quota, capace di integrare le fonti di approvvigionamento esistenti, quella di Montedoglio e dei pozzi di Montanare, per la rete idrica cittadina, lunga ben 240 km. Tuttavia presentava evidenti segni dell’invecchiamento, fessure nella parte di valle che non fanno dare il via libera al collaudo. Una volta secca la domanda che si è fatta l’amministrazione, dismissione o adeguamento, ha avuto una sola risposta: "Vogliamo la nostra diga".