REDAZIONE AREZZO

"Cerchio magico? Contavo perchè ero saggio"

Giuseppe Fanfani e le frequentazioni romane con i potenti del Csm. "A casa mia per le specialità toscane, ospite anche Carofiglio"

di Salvatore Mannino

Sergio Rossi

"Ma quale cerchio magico": quasi ci ride sopra Giuseppe Fanfani, l’ex sindaco di Arezzo che ha fatto parte del Csm e che ciclicamente viene tirato in ballo via via che emergono le intercettazioni dal telefonino di Luca Palamara. Che il Nipotissimo facesse parte di un "cerchio magico in grado di orientare l’attività del Consiglio Superiore della Magistratura" lo suppone Massimo Forciniti, ex togato di palazzo dei Marescialli, che lo dice ai pm di Perugia, interrogato sui rapporti di Palamara con l’imprenditore Fabrizio Centofanti (indagato per corruzione insieme allo stesso Palamara). Fanfani dunque stava (nel Forciniti-pensiero) dentro la più stretta cerchia in grado di influenzare le nomine insieme ovviamente a Palamara, al vicepresidente del Csm Giovanni Legnini e ai consiglieri Valerio Fracassi e Paola Balducci.

"In realtà - racconta oggi l’ex sindaco - non c’era un livello decisionale ma solo persone ritenute più autorevoli tra le quali il sottoscritto" Perchè il Nipotissimo, come si mormora era legato a Renzi e Maria Elena Boschi? Un altro sorriso: "Ma quale politica, mi consideravano un avvocato esperto e saggio. E men che meno in quei casi ero rappresentante di un partito, di una corrente o del cosiddetto Giglio magico".

Di sicuro la casa romana di Fanfani era un porto al quale approdavano in molti: non solo magistrati o politici, ma anche uomini di cultura e scrittori. Insomma, secondo il protagonista, una sorta di cenacolo per serate nelle quali parlare di arte, letteratura e politica, non solo di ciò che poteva succedere in seno al Csm.

L’ex sindaco conferma a l’episodio citato in un’intercettazione di Palamara, quando la Balducci invia al capo di Unicost un messaggio per raccontare di aver incontrato in aeroporto lo scrittore Gianrico Carofiglio, quest’anno inserito nella sestina delle Strega col romanzo "La misura del tempo", già magistrato a Bari e parlamentare del Pd. Carofiglio dice a Balducci, e lei riferisce a Palamara, di un invito a cena a casa Fanfani quella sera stessa. "Vero, ho avuto come ospite Carofiglio,un amico, un grande scrittore, un piacevole commensale" conferma Fanfani, aggiungendo con un pizzico di civetteria che le sue cene erano particolarmente ambite in tutto l’ambiente. "Che volete, questa è gente che gira l’Italia, che ama la cucina regionale, che veniva a casa mia per gustare specialità toscane, Io, come sapete, mi diletto di cucina e credo di essere un buon cuoco dilettante, le mie pietanze, preparate personalmente, con grande cura e sempre scegliendo prodotti della nostra regione, hanno fatto furore".

Su una cosa è netto: "Di Palamara non ho una conoscenza approfondita, l’ho avuto ospite a casa mia solo una volta, in quella cena alla vigilia della nomina di Ermini a vicepresidente del Csm. I pm di perugia, che su palamara hanno convocato e sentito decine e decine di persone, compresi numerosi membri del Csm i cui nomi apparivano nelle intercettazioni, mai hanno ritenuto utile anche solo chiamarmi come persona informata di alcunché. Per questo non tollererò più esternazioni in libertà e accostamenti insinuanti con vicende anche solo eticamente censurabili e come tali diffamatori". Il piatto è dunque servito: incontri tanti, trame nessuna. Parola di Giuseppe Fanfani.