REDAZIONE AREZZO

Carmelo Lombardo e la pittura dominata dal sogno simbolista

Carmelo Lombardo, siciliano di nascita e aretino d’azione, è un artista non facilmente schedabile, sebbene i suoi dipinti, belli e complessi, siano riconducibili alla matrice simbolista, dettata dal mito, dalla visione e dal sogno. Figlio d’arte, esordito negli anni Settanta e dopo avere frequentato, grazie alla galleria Orfino di Venezia grandi protagonisti di allora, da Cesetti, a Monachesi, a Migneco e a Guttuso, Lombardo iniziò a sviluppare un proprio linguaggio, al punto tale da essere incluso a Parigi nel gruppo internazionale Salon Figuration Critique. Divenuto poi a Roma molto amico dello scrittore e critico d’arte Franco Cagnetta, Lombardo (foto) ha scelto la via di un visibile immaginato carico di concetti. Nel 2016, con una mostra alla Galleria aretina di Danielle Villicana D’Annibale ha festeggiato quaranta anni di carriera. I suoi lavori, anche gli ultimi, conservano i grandi valori degli inizi, dall’uso di colori accesi, come una sorta di omaggio costante alla propria terra, la Sicilia, a quello di elementi e figure che superano la dimensione oggettiva, pur mantenendone l’aspetto e la materia.

Liletta Fornasari