
L’Arma ha invaso il mattonato di piazza Vasari nel giorno che ricorda la Fondazione davanti a tanta gente. Le operazioni cruciali, l’attività di sicurezza di tutti i giorni, il fronte dei codici rosa, i premi speciali.
Nel cuore di Piazza Grande, ieri Arezzo ha celebrato con orgoglio e commozione il 211esimo anniversario della fondazione dell’Arma dei Carabinieri. Una cerimonia solenne e partecipata, che ha saputo intrecciare memoria storica, senso dello Stato e un forte legame con la comunità, rendendo omaggio a una delle istituzioni più amate e riconosciute del Paese. Alle 18.30, la commemorazione è iniziata all’interno della caserma del Comando Provinciale. In un momento di profondo raccoglimento, alla presenza dei familiari del caduto e del prefetto di Arezzo Clemente Di Nuzzo, è stata deposta una corona d’alloro sulla targa a lui dedicata. Un reparto di formazione ha reso gli onori sulle note del Silenzio, ricordando il sacrificio di chi ha servito fino all’estremo dovere.
Ma è stata Piazza Grande il vero palcoscenico della serata: alle 19 la città si è stretta attorno all’Arma, con il vescovo Andrea Migliavacca, il colonnello Claudio Rubertà e numerose autorità civili e militari, affiancate da giovani studenti degli istituti Petrarca, Vasari e Aliotti. Segno tangibile di un’Arma che guarda al futuro, coltivando con passione il dialogo con le nuove generazioni. Durante la cerimonia, il bilancio operativo dell’ultimo anno ha restituito l’immagine di un’Arma attiva, presente e profondamente radicata nel territorio. Oltre 117.000 controlli, quasi 146.000 persone identificate, 195 arresti e 2.337 denunce: numeri che parlano di una sicurezza capillare, garantita da cinque Compagnie, 40 stazioni, 11 Nuclei forestali, 3 Nuclei Parco e numerosi reparti specializzati.
Tra le operazioni più incisive, spicca l’azione a tutela della sicurezza nei luoghi di lavoro. Ispezioni in cantieri ed aziende, condotte con il Nucleo Ispettorato del Lavoro, hanno fatto emergere gravi violazioni, portando a sanzioni per centinaia di migliaia di euro e alla sospensione di attività imprenditoriali irregolari. Sul fronte della violenza di genere, l’Arma ha confermato il suo impegno nel quadro del Codice Rosso, operando attraverso tre "stanze rosa" ad Arezzo, Bibbiena e Pieve Santo Stefano, ambienti protetti per l’ascolto delle vittime. Una rete di ascolto e prevenzione che ha coinvolto anche le scuole, con decine di richieste di intervento e numerosi provvedimenti cautelari contro gli aggressori.
Importante anche l’attività ambientale e sanitaria, svolta con il supporto dei Nas di Firenze e dei Carabinieri Forestali: controlli a mercati, strutture sanitarie, aziende agricole e commerciali hanno portato alla luce diverse irregolarità, riaffermando il presidio della legalità in ogni ambito della vita pubblica. Ma l’Arma non si è fermata alla repressione: ha parlato alla cittadinanza, ha spiegato, ha ascoltato. Lo testimoniano le oltre 40 conferenze nelle scuole e gli incontri con la popolazione contro le truffe, in particolare quelle ai danni degli anziani. Nel corso della serata, numerosi militari sono stati premiati per il loro straordinario impegno in operazioni di servizio che hanno lasciato il segno. E a chiudere la celebrazione, il premio alla speranza: quattro studentesse aretine hanno ricevuto la borsa di studio intitolata al Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. Un segnale chiaro: memoria, legalità e futuro possono e devono camminare insieme. E l’Arma dei Carabinieri, da 211 anni, è lì per indicare la strada.