
Gregorio Bartolucci
Arezzo, 2 febbraio 2020 - Si chiama Gregorio Bartolucci ha 42 anni e abita a Borgo alla Collina in una casetta in pietra insieme a Silvia e alla loro bimba Aida di quasi tre anni, fulcro di tutta la storia. Grazie all’amore per Aida il 23 dicembre scorso Gregorio decide di aprire un blog che chiama «Racconti di un Babbo», vero e proprio diario digitale in cui scrivere momenti di vita familiare, racconti da lasciare come ricordo alla figlia.
«Mi sono accorto di quanto mi piaccia raccontare le vicende quotidiane di Aida in compagnia mostra e dei suoi amici giocattoli – racconta Gregorio – così per scherzo è nato il primo post su facebook nel quale raccontavo le vicissitudini vissute a San Vincenzo con un piccolo canino di plastica dotato di ruote e soprannominato Bucalossi. Mi è piaciuto farlo e ho avuto riscontri da tante persone. Poi sono nate altre storie, più lunghe e sentite nel profondo, alcune di fantasia e altre vita vissuto quotidiano con mia figlia, la mamma e la cerchia di nonni».
Nasce così «Racconti di un Babbo», un blog e una pagina Facebook per rendere indelebili momenti intimi da lasciare in regalo ad Aida quando lei sarà grande. «Lo faccio per due motivi – dice il babbo scrittore – il primo perché i ricordi volano via troppo velocemente ma scrivendoli restano per sempre e rileggendoli ti riportano lì. Racconto la vita di Aida così normale e allo stesso tempo così speciale perché non andasse persa, per regalargliela nuovamente quando sarà grande e non si ricorderà più.
Sono episodi di vita quotidiana di un babbo che cresce insieme a lei, o di pura fantasia per tornare un po’ bambino. Il secondo motivo è per migliorarmi ogni giorno come padre: fissare le cose per scritto mi aiuta molto. Le rileggo a mente fresca, le guardo da altri punti di vista e sottolineoe i passi importanti con l’evidenziatore giallo».
In una società dove tutto scorre, è sempre più difficile fermare nel tempo i ricordi significativi, che poi sia un babbo a dedicare un intera pagina alla propria figlia è ancora più raro e bello, uno spazio non banale ma anche utile a chi lo leggerà e che ha riscosso già tanto successo.
«Lo scopo principale delle mie storie è quello di raccontarmi come padre – conclude Gregorio - in modo che, quando Aida sarà più grande, possa capire davvero quali sono i sentimenti che una bambina è riuscita a far provare al suo babbo. La mia paura più grande è invece di svegliarmi un giorno e non essere più quel Super Eroe che, in questo momento sono ai suoi occhi. Magari quando sarà cresciuta e tanta magia ormai svanita, rileggendo questi racconti un pochino se ne ricorderà».