Caminetti, il fronte del no si allarga a Montevarchi: Chiassai: "Una misura insensata"

Caminetti, il fronte del no si allarga. Chiassai: "Una misura insensata"
Caminetti, il fronte del no si allarga. Chiassai: "Una misura insensata"

MONTEVARCHI

Continua a far discutere l’obbligo di accatastamento dei caminetti, stufe e caldaie stabilito dalla Regione, con i controlli che sono scattati dal 1 ottobre. Sulla questione è intervenuto anche il sindaco di Montevarchi Silvia Chiassai Martini, che ha definito la misura "insensata", apripista di nuove tasse che potrebbero colpire le fasce più in difficoltà della popolazione e le imprese del settore. "Siamo di fronte all’ennesima crociata della Regione che improvvisamente vuole mappare stufe, caminetti e caldaie dei toscani, come misura, dicono, per contrastare l’inquinamento da PM10 nelle città – ha affermato Chiassai – Una nuova stretta ai danni del cittadino, ignaro fino a pochi giorni fa del provvedimento che risale a marzo e portato avanti senza un’adeguata comunicazione e con l’obbligo del censimento per non incombere in sanzioni fino a 3000 euro". Una decisione, dunque, che il primo cittadino invita a ritirare perché assunta in un momento di forte crisi energetica.

"E’ assurdo – ha proseguito, puntando il dito sui vertici della Regione – che coloro che hanno usufruito di incentivi governativi, stanziati con il fine di promuovere l’utilizzo di stufe e caldaie a pellet, come forme di riscalamento alternative per il risparmio energetico e benefici per l’ambiente, oggi siano imputati come potenziali responsabili dell’inquinamento atmosferico. Nutro il forte dubbio che il censimento della Regione abbia un’altra finalità, di passare presto dalla politica dell’ecobonus a quella dell’ecotassa, per rimpinguare le casse regionali a scapito della collettività". Chiassai ricorda inoltre che nel territorio valdarnese, sia nei centri che in collina, sono molte le zone prive di metanizzazione e caminetti e stufe diventano così l’unica alternativa per poter riscaldare le abitazioni durante i mesi invernali.

"Per non parlare – ha aggiunto – dei territori montani, dove l’utilizzo e il consumo di legna da ardere rappresenta una tradizione ma anche una forma di micro-economia da sostenere e non da colpire con norme che possono favorire l’abbandono di queste zone. Ritengo che l’unico risultato raggiunto dalla Regione sia di aver alimentato l’odore di bruciato su future tasse, invece di riuscire in questi anni a sviluppare politiche di contenimento del traffico urbano, disincentivando l’uso dell’auto con una mobilità sostenibile, ma finendo oggi per rifarsi su stufe e caminetti dei toscani".