Calci e pugni alla chiesa, dà di matto: bloccato col taser

"Prendeva i ceri, suonava l’organo, puntava il campanile" racconta il parroco. Fermato dai carabinieri, decisiva la pistola elettrica

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di Gaia Papi

E’ entrato nella chiesa del Giotto, sferrando pugni a porte e mettendo tutto sottosopra. Forse voleva raggiungere il campanile, per un gesto estremo, buttarsi di sotto, o per un atto dimostrativo.

I carabinieri alla fine sono stati costretti a bloccarlo con il taser, la pistola elettrica. E a denunciarlo per resistenza e danneggiamento aggravato. A chiamarli il parroco del Sacro Cuore, don Basilio Maher Bakhes, spaventato per quanto stava accadendo ma sempre calmo, come è nel suo stile.

"Correva dappertutto, prendeva i ceri e li portava fuori. Poi rientrava, si è messo a suonare l’organo, cercava di aprire tutte le porte" racconta il parroco. "Mi ha detto di essere un turista americano che voleva vedere il panorama". I Carabinieri del Radiomobile della Compagnia arrivati in chiesa hanno constatato che una porta interna di accesso ad un ufficio era stata colpita a calci e sfondata a pugni.

Non è stato difficile individuare l’autore, da poco uscito dalla chiesa e che lla vista dei carabinieri ha cercato di fuggire. Dopo un breve inseguimento a piedi i carabinieri sono riusciti a bloccarlo e portarlo in caserma.

Dai primi accertamenti è risultato che l’uomo, un trentenne, in città da qualche giorno come turista, in chiesa avesse tentato prima di aprire varie porte, poi è andato su tutte le furie quando non è riuscito a superare quella di accesso al campanile. Per questo non era da escludere volesse raggiungere la cima per commettere qualche atto dimostrativo o, malauguratamente, buttarsi di sotto. Nulla è certo.

"Gli ho chiesto per quale motivo si stava comportando così e cosa volesse fare, ma non ci capivamo" spiega il parroco. All’interno degli uffici della caserma l’uomo è andato ulteriormente in escandescenza e in forte agitazione psico-motoria, prima dell’intervento dei sanitari, ha cominciato a spintonare con forza i militari, opponendo una ferma resistenza al controllo.

Reazione che ha costretto i Carabinieri ad utilizzare il taser in dotazione (pistola elettrica) per contenerlo. Il trentenne, infatti, stava tentando di svincolarsi, avvicinandosi con pericolosità verso le finestre del locale. Una volta immobilizzato, l’uomo è stato fatto visitare dai sanitari dell’ambulanza che, dopo aver accertato che il taser non aveva causato nessuna conseguenza, lo hanno portato al pronto soccorso del San Donato per effettuare degli accertamenti più approfonditi sul suo stato di alterazione, operazione che ha richiesto l’intervento di più pattuglie. Dopo qualche ora è stato ricoverato.