Bufera, soccorse nonna e badante Black-out: frazioni per ore al freddo

Case sparse raggiunte con enormi sforzi grazie alla mobilitazione di volontari, vigili e protezione civile. Automobilisti bloccati in coda alle porte della città. Corriere fuori strada, percorsi di fortuna nel gelo

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Si sentono male in due nella casa stretta dalla neve. Lassù, nella Badia Prataglia bianca come un abito da sposa. In una zona inaccessibile. Una signora di 85 anni, la sua badante. E’ lì per assisterla ma ha un malore, deve essere portata d’urgenza in ospedale. L’anziana resta sola, il suo lettino anti-decubito sgonfio perché è saltata la corrente. I soccorritori prima portano in ospedale la badante, più grave della sua assistita, poi raggiungono la "nonna": a piedi, stampando le loro impronte sulla neve. portata a spalla, sulla barella e il materassino, fino ad una zona raggiungibile dai mezzi di soccorso.

Con il telefono in tilt, anche lui colpito e affondato dal black-out, come la luce o il riscaldamento. Un’operazione condotta in sinergia dai vigili del fuoco di Bibbiena, dal soccorso alpino speleologico del parco, dalla Misericordia di Bibbiena e Badia Prataglia, e dai carabinieri della stazione, coordinati dalla centrale operativa.

Uno degli interventi più acrobatici di una giornata tutta in salita. Perché di case sparse e di famiglie tranquille all’interno ma potenzialmente in difficoltà ce n’erano tante. Soprattutto nella fascia che circonda Badia Tedalda e di Sestino: la neve la conoscono e ci convivono. Ma in quel lembo del territorio ci sono famiglie, allevamenti soprattutto di cavalli, gruppi sparsi.

Il black-out è arrivato lì dove la neve non si era spinta. Perché se sei in casa stretto dalla morsa bianca puoi aspettare che ti raggiungano o la situazione meteo migliori. Se in un colpo saltano la luce, il riscaldamento e perfino i telefoni tutto diventa più difficile.

Le squadre di intervento dell’Enel si sono messe all’opera ma a fronte di una richiesta che si alzava non solo da Arezzo ma anche dal resto della Toscana, o almeno quella più colpita. E dopo un lungo break sono cominciati a passare i gruppi elettrogeni, portati su da altre squadre di volontari per togliere dal freddo le famiglie in difficoltà.

Un altro fronte delicato quello intorno a Chiusi: e in particolare a Corezzo e nella Valle Santa. Le telefonate, almeno fino a quando gli apparecchi hanno continuato a funzionare, a pioggia ai vigili del fuoco. Con la regia della protezione civile e della Prefettura, per tenere la barra sulle emergenze più importanti.

C’è chi è andato avanti, con brevi pause, oltre 40 ore. Senza dimenticare gli interventi dei mezzi spargisale che avevano preceduto i momenti critici dell’emergenza.

Palazzo del Pero, sfiorata dal caos della 73, ha visto auto bloccate a lungo alle porte del paese. In difficoltà anche Caprese Michelangelo, che aveva lasciato aperte le scuole, le condizioni lo permettevano ma poi la neve ha continuato a calare, implacabile.

Ha retto la rete del trasporto pubblico ma sempre in Casentino ci sono state corriere finite fuori strada: una nella zona di Poppi, con sette passeggeri a bordo, ma adagiandosi su un lato quasi con dolcezza, senza conseguenze. Stamani si riparte: ma con giudizio, per carità.

Alberto Pierini