REDAZIONE AREZZO

"Bpel, incubo vittime", "Amministratori estranei": parlano legali e Guerrini. Pm: appello

Le reazioni alla sentenza sul caso Bpel da Riziero Angeletti, che difendeva le "vittime" della bufera, a Antonino Giunta, legale di Rosi, alla legale di Rigotti

Guerrini all'uscita dall'aula

Arezzo, 1 ottobre 2021 - Sono le 10.30 e la lettura della sentenza prosegue fluviale dai banchi della camera di consigli. Erano duemila le parti civili rappresentate e questo comporta un dispositivo infinito.

Intanto cominciano a defluire i protagonisti del processoo. "Le parti civili escono distrutti da questa sentenza" commenta l'avvocato Riziero Angeletti, lo stesso legaleche aveva difeso e difende padre Graziano. "Ci sono famiglie che hanno subito danni devastanti, si sono ammalati e sono stati solo parzialmente rimborsati. Per loro questo era il giorno della speranza, è arrivata la doccia fredda".

Di tutt'altro tenore, naturalmente, le reazioni degli avvocati degli imputati. Il primo ad uscire è Antonino Giunta, che difendeva Lorenzo Rosi, l'ultimo presidente dell'ex Cda della banca. "Questa sentenza dimostra  che il fallimento di Banca Etruria non era stata responsabilità diretta dei suoi amministratori ma delle regole che sono subentraete. come quella del Bail-in".

Il Bail-in è un modello di salvataggio dall'interno delle banche in difficoltà in contrapposizione al Bail-out, ovvero all'intervento con aiuti dall'esterno, in genere con il soccorso di fondi pubblici da parte degli Stati sovrani. Dal primo gennaio del 2016, qualora un istituto di credito finisca in dissesto, la nuova normativa prevedeva che a contribuire al salvataggio sarebbero stati chiamati in primis gli azionisti della banca,

"Quello dell'accusa - insiste Giunta - era un teorema costruito sull'onda mediatica, costruito su tutta una serie di vicende che erano legate a rapporti con la Banca d'Italia, alla svalutazione dei crediti. Il tribunale, in modo molto consapevole e coraggioso, si è assunto la responsabilità di smontare il teorema del coinvolgimento degli amministratori nel dissesto di Banca Etruria, che è dipeso da altre cause non imputabili agli amministratori. Quindi le difese sono molto soddisfatte di questo risultato"

«Questa sentenza dimostra che le cause del crac di Etruria sono da ricercare all'esterno della banca. Ho vissuto tutto il processo udienza per udienza e oggi penso che possiamo rileggere tutta la vicenda sotto un'altra luce» ha al pari commentato Giorgio Guerrini (nella foto), ex vicepresidente dell'istituto, assolto oggi

"Le sentenze si rispettano. Per alcuni capi di imputazione il mio assistito è stato assolto. Ora vedremo con attenzione come è maturata la condanna e valuteremo per l'appello. Saranno fondamentali le motivazioni". Così l'avvocato Daniela Rossi, legale del finanziere ed ex consigliere di Banca Etruria Alberto Rigotti, unico degli imputati al maxi processo ad Arezzo per il crac di Bpel a essere stato condannato.

Il pool di magistrati che ha seguito il processo per il crac di Banca Etruria guidato dal procuratore Roberto Rossi, dopo la sentenza che oggi ha mandato assolti 22 su 23 imputati rimane al momento in silenzio. I pm avevano chiesto in totale condanna per tutti gli accusati, per complessivi 64 anni. Nessuna dichiarazione inizialmente da parte dei pm Angela Masiello e Julia Maggiore, pubblica accusa in aula, nè da parte del procuratore Roberto Rossi. «Restiamo in attesa di capire meglio attraverso le motivazioni per valutare l'appello» hanno fatto sapere in maniera sintetica dal Palazzo di giustizia di Arezzo

Poi appena qualche elemento in più dal Procuratoore Rossi. "Con questa sentenza l'impianto accusatorio è completamente caduto. Aspettiamo di leggere le motivazioni ma è evidente che l'ipotesi di far ricorso in appello diventa plausibile. Del resto, questa sentenza si pone in contraddizione con quella precedente in seguito alle condanne comminate per bancarotta con il rito abbreviato".