Bombolo si gode la vittoria e pensa alla festa

Capecchi alla guida del cantiere biancorosso: "Siamo soddisfatti, seppure tra le difficoltà abbiamo rimesso in moto il mondo del carnevale"

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di Lucia Bigozzi

"La vittoria la dedichiamo a Danilo Valdambrini detto il Rosa, grande bombolista". Un pezzo della coppa del Carnevale che Francesco Capecchi ha issato sopra le teste del popolo biancorosso nella notte della gioia, è anche suo. Il cantiere che fa il pieno di punti (diciotto) nel verdetto della giuria non dimentica e tiene vivo il ricordo di chi ha lasciato un segno nella storia di Bombolo. Capecchi guida la tribù biancorossa, fatta di centinaia di persone tra maestranze, mascherate e simpatizzanti, da quattro anni e ha portato a casa, anzi in cantiere, due coppe. "Una vittoria bellissima sulla quale puntavamo molto pur sapendo che la competizione era agguerrita con i Rustici, Azzurri e Nottambuli, tutti carri di alto livello.

Fatto salvo il verdetto, gli Azzurri non meritavano un punteggio così basso", sottolinea con fair play carnevalesco. Il riferimento corre a "Inno alla gioia" classificato all’ultimo posto con una motivazione piuttosto tranchant messa nero su bianco da scenografo, critico d’arte, pittore e scultore arrivati a Foiano dal Nord e centro Italia: "Hanno assegnato un punto per ogni disciplina artistica e nella relazione gli pseudo-artistoidi l’hanno definita un’opera semplice, di poco spessore", spiega Massimo Ciccarelli con l’amarezza e il disappunto che spezzano il tono di voce. Insieme ai "suoi" duecento azzurri che lavorano tutto l’anno in cantiere e per le mascherate, non si aspettava l’ultimo posto. "Accettiamo il verdetto, ci rimbocchiamo le maniche cercando di riprenderci velocemente dalla batosta". In piazza ha visto "lacrime e incredulità tra i cantieristi, giovani e adulti. Ora bisogna far tornare l’entusiasmo tra i ragazzi" osserva Ciccarelli che tuttavia si domanda "su quale base" ripartire dopo una "sentenza" così tosta perché "la nostra visione del carro è identitaria e fortemente carnevalesca; non è quella dei giurati e noi continueremo a portarla avanti". Il rischio, però, è che nel popolo dei cantieristi possa insinuarsi il "tarlo" della demotivazione. Serve tempo per elaborare e rilanciare perché come sempre, a prevalere è la passione l’arte della cartapesta che rende Foiano e il Carnevale una cosa sola, unica, da quasi cinquecento anni.

Tra i biancorossi, invece, si pensa ai festeggiamenti "da decidere nei prossimi incontri" fa sapere Capecchi che esalta "l’impegno dei maestri cartapestai e di chi ha lavorato alla mascherata: dieci ragazze creano i costumi artigianali, sono il nostro orgoglio". E mentre i Rustici (tra i favoriti) si leccano le ferite e i Nottambuli già pensano al prossimo carro, dal quartier generale dell’associazione Carnevale il presidente Massimo Di Chiara traccia un bilancio: "Siamo soddisfatti, seppure tra mille difficoltà abbiamo rimesso in moto il mondo del carnevale che non può stare fermo perché c’è il rischio di affievolire l’entusiasmo di centinaia di volontari che lavorano amore della manifestazione".