Alberto Pierini / Sergio Rossi
Cronaca

Bomba d'acqua: città allagata, strade in tilt, case isolate, 150 millimetri in 3 ore VIDEO

Olmo e Rigutino travolte in pieno, 71 a lungo chiusa. Giotto e via Romana in ginocchio, Pescaiola divisa a metà. Sottopasso via Arno chiuso. Automobilisti salvati

Il Bagnoro trasformato in un fiume

Arezzo, 28 luglio 2019 - «Aiuto, sono rimasta bloccata nel sottopasso»: i 40 gradi di un luglio grigliato vengono spezzati da una voce al telefono. E’ la prima delle oltre duecento chiamate che «asfaltano» i vigili del fuoco, costretti a correre sul filo tra un quartiere e l’altro. Una telefonata annunciata da uno scroscio di pioggia atteso ma non così. Perché ti puoi aspettare un temporale estivo, di quelli che fanno paura cinque minuti ma poi passa. Non tre ore filate d’acqua, non 150 millimetri complessivi, misurati dal pliuviometro di Ottavo, a ridosso della zona alluvionata. Ma sono cento anche in città.

. «E’ una precipitazione a cadenza secolare» conferma dal Comune il capo della protezione civile Giovanni Baldini. Una ogni cento anni, tipo nevicata a Palermo. Ma ogni cento anni ti mette sotto. La città in alcuni quartieri è travolta. L’ondata arriva dalla direzione Valdichiana e prende in pieno Olmo, Rigutino, si spinge fino a Castiglion Fiorentino e alle pendici di Cortona.

E dalla direzione opposta, la strada gemella 327 che esce dalla città, fino verso Foiano. Entrambe restano a tratti anche chiuse. Intanto ad andare sotto sono Pescaiola, via Romana e la zona Giotto. Su via Romana pesa la fragilità di via Salvadori. Via Alessandro dal Borro si ritrova divisa a metà, dopo la chiesa un lago. Al Giotto le auto guadano, non transitano. Il Valtina esce fuori a Santa Firmina, un’altra frazione in ginocchio

Mentre il Bagnoro paga il solito prezzo alle piogge record, con la sua Pieve invasa, ieri dall’acqua e oggi dal fango. Il sottopasso di via Veneto viene chiuso e riaperto dopo un primo intervento. Resta chiuso a lungo quello di via Arno, con dentro le auto in panne. La città barcolla come sotto un destro di Rocky. E per fortuna sono solo allagamenti: non cadono alberi, non ci sono problemi ai tetti.

Ma gli allagamenti disegnano una mappa infinita, con i garage e le cantine di via Erbosa, con Pescaiola e i suo negozi, con via Pietri, viale Mecenate, via Della Robbia. Uno stradario che sarebbe infinito. In Stazione il sottopasso si riempie come una vasca di pesci rossi: lo vuotano, viene riaperto ma l’acqua continua a scivolare giù dalle scalinate di Campo Marte come nelle cascate di Plitvice. In prefettura c’è il vertice sull’emergenza. Da Prato e da Siena arrivano squadre e mezzi di sostegno.

Il volontariato è impegnato a mille: tre squadre la Racchetta, una la Misericordia, tre la Croce Rossa, una i radioamatori, una i carabinieri in congedo. A San Firenze ci sono famiglie isolate: ma comunicano che hanno tutto e possono aspettare. In via Pier della Francesca i vigili con l’acqua ai ginocchi frenano le auto in arrivo.

Poi il dio della pioggia si intenerisce, arriva una pausa, l’acqua comincia a ritirarsi. Ma in serata riprende, le squadre restano in allerta. La «nottata» della grande alluvione deve ancora passare